Le Perseidi, le stelle cadenti della notte di San Lorenzo, sono ormai alle porte. Ma cosa sta dietro al fenomeno che ogni anno affascina milioni di appassionati in tutto il mondo? In questo periodo, da 10 a 40 tonnellate di polvere di meteore entrano nella nostra atmosfera ogni giorno. E lo spettacolo è assicurato.
Come abbiamo già spiegato, tra il 12 e il 13 agosto la pioggia di meteore raggiungerà il picco, riempiendo il cielo con striature di luce, comunemente note come stelle cadenti. Tali scie luminose hanno in realtà un grande impatto visivo, ma la punta dell'iceberg è il modo in cui si schiantano contro l'atmosfera terrestre.
Le grandi piogge di meteore come quella delle Perseidi, e più tardi delle Leonidi nel mese di novembre, si creano quando la Terra e la sua atmosfera viaggiano attraverso una regione del cielo piena di detriti lasciati dalle comete.
Nel caso delle Perseidi, i piccoli frammenti sono stati strappati dalla coda della cometa Swift-Tuttle, che orbita attorno al Sole ogni 130 anni. La luminosità dei frammenti non è dovuta però alle loro dimensioni, che sono più o meno quelle di una monetina. Essi nel loro cammino si arricchiscono di polvere interplanetaria, come ha spiegato Diego Janches, del Nasa Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland. “I frammenti sono o resti di formazione del sistema solare, o sono prodotte da collisioni tra asteroidi o comete”.
A studiare le stelle cadenti sono dei sistemi radar che dalla Svezia, Porto Rico e dall'Alaska, tengono sott'occhio questi frammenti spaziali che al loro interno contengono anche minerali e metalli: sodio, silicio, calcio e magnesio. "I piccoli meteoroidi alimentano l'atmosfera con tutti questi materiali bonus", ha detto Janches. “Utilizzando i metalli come traccianti, si può rispondere ad alcune importanti domande sulla loro composizione generale e sul movimento nell'atmosfera.”
I sistemi radar di tutto il mondo sono all'opera e pronti a seguire ciò che accadrà tra qualche giorno: le meteore si scontreranno con gli atomi nell'atmosfera e si lasceranno alle spalle una scia di elettroni e particelle cariche. Questa regione caricata elettricamente agisce come uno specchio perfetto per le onde radar. In questo modo si può misurare la loro velocità ma anche la direzione dei venti atmosferici alle quote in cui vengono prodotte le scie di meteore.
Francesca Mancuso
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