Sul piccolo pianeta Cerere sono presenti antiche tracce di acqua liquida. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori italiani coordinati da Maria Cristina De Sanctis, grazie alle osservazioni dello spettrometro italiano VIR a bordo della missione Dawn della NASA, fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sotto la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Proprio la ricercatrice Inaf è l’autrice dell’articolo pubblicato su Nature descrive la scoperta.
"La zona più brillante del pianeta nano Cerere, situata all’interno del cratere Occator, presenta la più elevata concentrazione di carbonati mai registrata in ambienti al di fuori di quello terrestre. La tipologia e l’abbondanza di questi minerali suggerisce che ci sia stata presenza di acqua liquida al di sotto della superficie di Cerere in epoche geologiche recenti", si legge sul sito dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Occator è un cratere formatosi circa 80 milioni di anni fa, largo 92 chilometri e con una depressione centrale di circa 10 chilometri di diametro. Cerere invece è un pianeta nano scoperto il 1 gennaio del 1801 dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi:
"Avevo annunciato questa stella come una cometa, ma poiché non è accompagnata da alcuna nebulosità, e inoltre il suo movimento è così lento e piuttosto uniforme, mi è venuto in mente più volte che potesse essere qualcosa di meglio di una cometa", scriveva l’astronomo nel suo diario.
Prima d’ora non era mai stata registrata la presenza di acqua al di fuori dell’ambiente terrestre, ma adesso il ritrovamento rimette tutto in discussione.
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