E se gli studi e le teorie avanzate sul Big Bang e sul primo istante di vita dell'universo fossero errate? Cosa succederebbe? É quello che stanno tentando di capire due fisici della Durham University.
Stando ai loro calcoli e alle loro considerazioni, le prove che rendono inconfutabile il modello standard della Open Universe, non sarebbero del tutto precise. Anzi. Presentano molti più errori di quanto si possa immaginare.
Grazie alla missione esplorativa della Nasa, realizzata col satellite Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP), inviato nel 2001 per studiare il calore residuo del Big Bang, vi sarebbero delle differenze nel calcolo delle misure nella radiazione cosmica di fondo (CMB), nelle radiazioni, e nel calore residuo del Big Bang.
Secondo i dati riportati dal WMAP, il cosmo è composto per il 4% dalla normale materia, per il 22% da 'dark' o materia invisibile e per il 74% da 'energia oscura'.
Ed è proprio l'energia oscura al centro dei dibattiti, o meglio la natura esatta del dark side, 'lato oscuro' dell'universo. Per il professor Tom Shanks, "le osservazioni del CMB sono un potente strumento per la cosmologia, vitale per controllare gli effetti sistematici. Se i nostri risultati si dimostrano corretti, tuttavia, sarà meno probabile che l'energia oscura e le particelle di materia oscura dominino l'universo. Così, la prove riguardo al fatto che l'universo abbia un 'lato oscuro' si indeboliscono".
"Il modello standard, con la sua energia enigmatica e con la materia oscura, può sopravvivere- conclude Shanks- ma è necessaria una maggiore quantità di prove. Il satellite europeo PLANCK, attualmente al lavoro, sta raccogliendo ulteriori dati CMB e fornirà nuove e vitali informazioni che ci aiuteranno a rispondere a queste domande fondamentali sulla natura dell'universo in cui viviamo”.
Francesca Mancuso