Il lancio del razzo sperimentale Falcon 9 è avvenuto ieri da una base militare a Cape Canaveral (Florida), per conto della compagnia privata SpaceX, e ha aperto "una nuova era nello sfruttamento commerciale dei voli spaziali da parte delle società private".
Si tratta del primo test su Falcon 9, che al primo tentativo di lancio era stato bloccato perché uno dei sensori del razzo aveva rilevato un problema, a soli due secondi dalla partenza. Il secondo, però, è andato in porto: il conto alla rovescia ha avuto successo e Falcon 9 si è sollevato dalla rampa alle 14:35 locali, recando "in orbita un facsimile della capsula spaziale Dragon che dovrebbe essere usata in futuro per trasportare merci e astronauti nello spazio".
Elon Musk è il fondatore della SpaceX, nata circa otto anni fa. Musk "è diventato ricco con la creazione del sistema di pagamento online PayPal, col proposito di riempire un vuoto esistente nei servizi spaziali da parte di compagnie private". Investendo 100 milioni di dollari del suo capitale personale nell'impresa, ha ottenuto "fondi per altri 300 milioni di dollari dalla Nasa per lo sviluppo di missili in grado di trasportare cargo nello spazio".
Inoltre, la SpaceX "che ha il quartier generale in enormi uffici hangar in California", tra il 2011 e il 2015, quando le navicelle shuttle saranno ufficialmente in pensione, porterà rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale, per aver vinto recentemente un bando della Nasa dal valore di 1,6 miliardi di dollari.
Citando alcuni dati: ogni Falcon 9 della SpaceX costa più o meno 50 milioni di dollari. La compagnia privata, presso la sua industria in California, oltre ai razzi, produce anche "numerosi componenti che già esistono sul mercato a prezzi molto più alti".
"Abbiamo scoperto che così potevano risparmiare molti soldi", ha detto Musk. La privatizzazione dei servizi spaziali, com'è noto, prende piede dalla cancellazione del programma spaziale Constellation da parte dell'amministrazione Obama. Giudicato troppo costoso, il progetto venne respinto e lo stesso numero uno degli States incoraggiò il privato nel comparto spaziale.
E intanto Musk azzarda, dichiarando di essere convinto che i suoi razzi 'a buon mercato' "riusciranno un giorno a contribuire in modo essenziale alla conquista di Marte".
Augusto Rubei