Un raggio laser capace di raggiungere Marte e tornare mantenendo la massima precisione: lo ha realizzato il California Institute of Technology, mettendo a punto il dispositivo all'interno dei Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
Un ulteriore passo, secondo quanto scrive la prestigiosa rivista Popsci, verso misurazioni millimetriche delle distanze interplanetarie, dei campi gravitazionali e verso quella della meticolosa composizione dei nuclei planetari.
Gli analisti sono convinti che il nuovo sistema laser sarà in grado persino di “quantificare l'accelerazione apparente dell'universo in espansione, la possibile esistenza di altre dimensioni e la riconciliazione della meccanica quantistica con la gravità”.
l laser utilizzati ora sono in grado di coprire la distanza tra la Terra e la Luna e misurano il tempo impiegato dal raggio per 'rimbalzare' sull'oggetto da studiare e tornare indietro. Quello progettato dai ricercatori californiani prevede invece l'uso di due 'transricevitori attivi', di cui uno piazzato anche sull'oggetto.
Ciò permette di abbassare di tre ordini di grandezza l'incertezza sulle misurazioni, rendendo così possibile ad esempio far arrivare il raggio su Marte, colpendo un rover dotato di un transricevitore, per poi farlo tornare indietro.
"La chiave è avere un ricevitore molto sensibile e un metodo per scegliere i fotoni”, ha dichiarato uno dei ricercatori, Kevin Birnbaum. Finora, il sistema è tuttavia stato testato solo sul campo terrestre.
"In linea di principio, lo stesso approccio potrebbe essere esteso fino a qualsiasi distanza interplanetaria aumentando la dimensione dei telescopi", ha spiegato Birnbaum. "Abbiamo calcolato che distanze come dalla Terra a Marte o Giove potrebbero essere colmabili attraverso l’ausilio di modesti telescopi da 1 metro di diametro”.
Augusto Rubei
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