Le aurore boreali sono di fatto uno spettacolo straordinario. Se poi sono viste dalla Stazione Spaziale Internazionale c'è un valore aggiunto. A detta dei fortunati astronauti che in questo momento transitano su di noi, è "come volare su tappeti luminosi" o come "trovarsi rimpiccioliti in una insegna al neon". Basta avere un account Twitter per essere partecipi di questi straordinari eventi grazie agli occhi degli astronauti. Infatti, proprio in questi giorni, è un susseguirsi di invii delle immagini più belle.
Il fenomeno di questi giorni è dovuto ad un'attività solare molto intensa. Infatti, la Iss sta attraversando le tempeste geomagnetiche in corso. Per questo motivo, risultano molto accattivanti le immagini e i video filmati dall'equipaggio. Questi video hanno avuto la capacità di catturare l'intera gamma dei colori delle aurore, dalle gradazioni di rosso e di verde alle sfumature di viola. Sono tutte tonalità che dipendono dalla temperatura e dalla densità dell'atmosfera. Come spiega l'astronauta Don Pettit, "le aurore rosse raggiungono l'altitudine di 400 chilometri dalla Terra, dove si torva la Iss e qualche volta sembra di toccarle con mano".
La Iss, dunque, si troverebbe molto vicino a queste emissioni verdi, se non del tutto immersa. Tali aurore si muovono come tappeti luminosi "e noi voliamo sopra di essi", continua a riferire entusiasta Pettit della magnifica esperienza dei momenti in cui la stazione spaziale attraversa le aurore.
Come è noto, le aurore sono generate dall'attività solare. Raffiche di vento solare colpiscono il campo magnetico e scuotono la corazza che avvolge il pianeta. Ciò fa si che le particelle cariche elettricamente giungano sui poli e collidano con gli atomi di azoto e ossigeno nell'atmosfera e, infine, ardono diventando luminosi.
Le aurore, dunque, sono le spettacolari esibizioni di luci e fluttuazioni che attirano ogni anno migliaia di turisti. Mentre quanti non possono muoversi da casa, immagini suggestive sono reperibili direttamente dagli astronauti della Iss sui loro profili Facebook e Twitter.
Federica Vitale