Eruzione solare. Quella verificatasi nei giorni scorsi è stata senza alcun dubbio la più intensa degli ultimi 5 anni. Due espulsioni di massa coronale hanno letteralmente scaraventato lontano dal Sole degli ammassi di particelle che ieri si sono scontrati con la nostra atmosfera, per fortuna senza grossi danni.
A dare origine a questa nuova eruzione solare è stata ancora una volta la macchia AR1429, immortalata dal Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa. A rischio sono stati in primo luogo i satelliti, le linee elettriche, le telecomunicazioni e i GPS. Ma a scopo precauzonale anche alcuni voli diretti ai Poli hanno deviato le loro rotte. Ma il bello deve ancora venire visto che siamo solo alla vigilia del periodo di massimo solare, che raggiungerà il culmine alla fine del 2013.
Secondo la Nasa, le due nubi di particelle si sono avvicinate alla Terra ad una velocità di 1300 e 1100 chilometri al secondo. Gli esperti però stanno ancora monitorando la situazione e i vari tipi di eventi "meteo" connessi all'eruzione solare: tempeste geomagnetiche, tempeste di radiazioni solari, e blackout radio. Sappiamo che le tempeste geomagnetiche si verificano quando certi tipi di espulsioni di massa coronale (CME) vengono a contatto con l'esterno della magnetosfera per un lungo periodo di tempo. Il materiale solare di una CME viaggia insieme al proprio carico di campi magnetici.
Ed ecco cosa avviene quando ha luogo una tempesta geomagnetica. Secondo la Nasa, se i campi puntano verso nord, si allineano con quelli della magnetosfera e l'energia e le particelle scorrono semplicemente intorno alla Terra, provocando piccoli cambiamenti. Ma se i campi magnetici provenienti dal Sole puntano a sud, in direzione opposta a quelli della Terra, gli effetti possono essere più intensi.
I campi magnetici del Sole infatti eroderebbero gli strati più esterni del campo magnetico terrestre cambiando la forma dell'intera magnetosfera. Questa è solo la fase iniziale di una tempesta geomagnetica. Durante le fasi successive, che possono durare ore o giorni, le particelle cariche a contatto con la magnetosfera accumulano energia e velocità penetrando sempre più all'interno. Ed è il momento in cui si verificano le splendide aurore boreali. L'aumento della radioazione e il raggiungimento di quote più basse possono anche danneggiare i satelliti che viaggiano intorno alla Terra. Infine, nella fase finale di una tempesta geomagnetica, la magnetosfera torna lentamente al suo stato originale.
Stando agli ultimi aggiornamenti forniti dal National Oceanic and Atmospheric Administration, l'espulsione di massa coronale associata all'evento di intensità R3 avvenuto il 7 marzo continuerà a colpire la Terra, ma i livelli delle tempeste di radiazioni solari sono moderati e classificati come S2. Sebbene durante la notte scorsa sia sia verificata la tempesta geomagnetica più intensa, un nuovo fenomeno è atteso per oggi o domani a causa di una nuova espulsione di massa coronale.
Francesca Mancuso