Se ne era parlato non più di un mese fa e la notizia ancora domina l’interesse di ciascuno di noi e gli esperti di settore. Il Sole, in questo periodo, sta alternando periodi di minima attività ad altri di massima operatività. Per questo gli scienziati sono attentissimi nelle scrupolose osservazioni della nostra stella primaria. Si teme, infatti, che questo comporterebbe un’era glaciale che potrebbe causare ingenti danni soprattutto alle comunicazioni.
Il Sole, dunque, si sta “svegliando”? Probabilmente, nei prossimi due anni, con un picco previsto nella seconda metà del 2013, il nostro pianeta verrà colpito con determinata intensità dalla forte radiazione elettromagnetica del Sole e delle particelle cariche, cioè protoni ed elettroni, che normalmente costituiscono la magnetosfera.
La sezione di Geomagnetismo, Aeronomia e Geofisica Ambientale dell’INGV da lungo tempo osserva e monitora i dati sull’attività solare, raccogliendo variazioni ed effettuando valutazioni sugli effetti della prevista variabilità del Sole. Secondo il parere degli scienziati, però, non dovrebbero verificarsi effetti sensibili sul clima. Almeno non nell’immediato futuro e nemmeno fino al 2020, periodo in cui gli esperti ritengono che l’attività solare potrebbe avviare una nuova era glaciale.
“Secondo gli indicatori solari conosciuti, il Sole sta emergendo da un ‘torpore’ che dura da 5-6 anni e sta diventando progressivamente più attivo.” A parlare è il Dirigente di Ricerca dell’INGV, Antonio Meloni. E chiarisce: “Si cominciano a contare sempre più macchie e il massimo si raggiungerà solo alla metà del 2013. Nei prossimi due anni quindi assisteremo a un aumento delle tempeste magnetiche e ionosferiche ma ragionevolmente senza effetti eclatanti sulla nostra vita di ogni giorno”.
Ma l’interesse si sposta anche, e soprattutto, sui possibili effetti che questo potrebbe avere sul clima. Gli specialisti di climatologia dell’INGV sono impegnati a simularne le conseguenze. E come Meloni afferma: “Nel breve termine e fino alla fine del ciclo in corso, non crediamo possa essere il Sole a influenzare in maniera significativa la temperatura della Terra”.
Ad ogni modo, la valutazione sugli effetti della variabilità solare sul nostro pianeta ha radici nel passato. Già Galileo, con il primo telescopio, osservò le macchie solari che, in seguito, William Herschel decretò essere un indizio per la determinazione del clima terrestre. Ma fu la scoperta dell’esistenza del ciclo di attività delle macchie solari ad aprire il dibattito che ancora oggi impegna scienziati ed esperti del settore.
Comunque, almeno per l’immediato futuro e da quanto affermano all’INGV, non c’è alcun motivo di allarmarsi. Occorrerà però continuare a monitorare l’immissione in atmosfera di gas serra, in genere causati dalle esplosioni vulcaniche e procedere nel produrne una quantità sempre minore in modo da contrastarne le conseguenze.
Federica Vitale