
Chi dorme non piglia pesci… e intanto ingrassa. Viceversa chi dorme poco e dedica il tempo ad altre attività perde peso o comunque si mantiene in forma. Questo è quello che abbiamo sempre pensato, ma che è stato smentito da una ricerca svolta da Kristen Hairston e i suoi colleghi presso la Wake Forest University in Winston-Salem (North Carolina, USA). Il lavoro, pubblicato su Sleep, ha dimostrato che dormire poco ha lo stesso effetto, se non maggiore, che dormire tanto: aumento della massa corporea.

Ridere fa bene al cuore e adesso, grazie ad un gruppo di ricerca Wayne State University in Detroit (Michigan, USA), sappiamo che fa anche vivere più a lungo. Il lavoro è apparso su Psychological Science.

Una gamba artificiale in grado di ricevere gli impulsi dal cervello. É stata messa a punto da alcuni ricercatori di una società giapponese che si occupa di robotica, la Cyberdyne.

Tutti i loro denigratori dovranno fare un passo indietro: pare che i videogiochi siano uno strumento efficace contro la depressione subsindromica (SSD) che colpisce persone di età avanzata. E a sostenerlo non sono i colossi industriali che li producono, ma delle ricerche effettuate dal Sam and Rose Stein Institute della San Diego School of Medicine.

La rigenerazione della cartilagine non è più un sogno: la notizia arriva dall’ Institute for BioNanotechnology in Medicine (Northwestern University, Chicago, USA), dove un gruppo di ricercatori ha messo a punto un sistema basato su molecole chiamate Peptidi Anfifilici (PA), in grado di stimolare la crescita della cartilagine se iniettate nell’articolazione danneggiata, e questo senza l’impiego di costosi fattori di crescita.

Fino ad oggi credevamo che il codice genetico fosse un codice immutabile di cui avevamo scoperto l’unica soluzione, la tripletta. Oggi, grazie a Jason Chin e i suoi colleghi dell’Università di Cambridge (UK), sappiamo che esso può essere letto diversamente, come fosse un problema con più soluzioni: i ricercatori hanno modificato il meccanismo di funzionamento delle cellule inducendole a leggere il codice a quadripletta.

Niente più finanziamenti per i rimedi omeopatici. Lo afferma la UK National Health Service, la commissione di membri del parlamento britannico.

Non ti funziona bene un polmone? Eccoti quello di un maiale. La rivoluzione è vicina, i polmoni di maiale potranno essere ben presto trapiantati nell'uomo. A dimostrarlo è stato un gruppo di ricercatori australiani del Melbourne's St Vincent's Hospital e dell' Alfred Hospital. Dopo aver rimosso i polmoni dall'animale e averli collegati ad un macchina per imitare il sistema di circolazione umano, gli scienziati hanno infatti constatato come tutto funzionasse alla perfezione.