
Mangiare cioccolato riduce la pressione arteriosa. Ad annunciarlo è un team di ricercatori australiani dell’Università di Adelaide, i quali hanno condotto uno studio in merito, pubblicato sulla rivista 'BMC Medicine'.

Ormai la scienza lo ha dimostrato: c’è una relazione tra la depressione e l’obesità addominale, ovvero il grave sovrappeso ma con accumulo di grasso solo nella zona addominale dell’organismo. La scoperta, pubblicata sull’American Journal of Public Health, è opera di un gruppo di ricercatori dell’University of Alabama at Birmingham (USA). Il link tra depressione e obesità è stato subito esteso ad una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari e cancro che, come è già noto, sono possibili conseguenze del sovrappeso.

Da oggi sarà sufficiente un'analisi del sangue per stabilire con pecisione l'età in cui una donna andrà in menopausa. A mettere a punto la tecnica è stata Fahimeh Ramezani Tehrani, professoressa all'Università iraniana di Scienze Mediche Shahid Beheshti di Teheran. E domani la ricerca verrà illustrata a Roma, durante il ventiseiesimo congresso annuale dell'ESHRE, la Società europea di riproduzione umana ed embriologia.

Scoperto il meccanismo per prevenire l'aborto spontaneo. Partendo dalla consapevolezza che nei primi mesi di gravidanza la madre produce dei linfociti con proprietà immunoregolatorie (Treg), le quali impediscono il rigetto del feto, un'equipe di ricercatori dell'Istituto Gaslini e dell'Università di Genova, è riuscita ad individuare il processo di sviluppo delle Treg durante la gestazione.

Una cura con le cellule staminali degli occhi può restituire la vista a chi l'ha persa o ce l'ha gravemente danneggiata. Il primato è italiano e si tratta di un team di ricercatori, coordinati da Graziella Pellegrini, professoressa di Biologia Cellulare e coordinatrice della Terapia cellulare all'Università di Modena e Reggio Emilia, e il direttore dello stesso centro, Michele De Luca, i quali dopo quindici anni di lavoro per mettere a punto una tecnica di rigenerazione della cornea, hanno raggiunto ottimi risultati.

La chemioterapia non è più la unica via possibile per curare il tumore al polmone e smettere di fumare "prima dei 35 anni" stabilizza il rischio di cancro al pari di chi non ha mai fumato. quanto emerso questa mattina a Roma durante la conferenza stampa di presentazione della II Italian Conference on Thoracic Oncology (Ciot), promossa dall'Associazione italiana oncologia toracica.

Una chemio che non riduce la femminilità delle donne, evitando la caduta dei capelli. Vengono dall'Istituto Europeo di Oncologia, diretto da Umbero Veronesi, due nuove tecniche, meno invasive rispetto alla normale chemioterapia, in grado di preservare la bellezza femminile, oltre a salvarle dal tumore.

Anticorpi di plastica che scorrono nel sangue degli animali. Sono le nanoparticelle MIP, elaborate da Kenneth Shea e Yu Hoshino dell'University of California, di Irvine (UCI), in collaborazione col gruppo di Naoto Oku che opera all'Università di Shizuoka, in Giappone.