Wize Mirror: lo specchio 'magico' che rivela se siamo in salute

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Wize Mirror: per capire se stiamo bene d’ora in avanti ci guarderemo allo specchio. Frutto del progetto europeo Semeoticons, coordinato dal Consiglio nazionale ricerche e finanziato con 3 milioni e 870 mila euro, l’apparecchiatura è molto di più di un comune specchio: incorpora infatti scanner 3D, fotocamere multispettrali e sensori di gas per valutare la salute di chi viene riflesso. Uno strumento diagnostico a tutti gli effetti.

L’idea alla base del progetto è quello di sfruttare il volto come indicatore importante del benessere dell’individuo, su cui restano impressi segni dello stato fisico ed espressivo. Tali i segni del viso sono associati a misure e operatori computazionali, valutati automaticamente. Ecco cos’è Waze Mirror, innovativo sistema multi-sensory integrato in una piattaforma hardware avente le sembianze di uno specchio.

Grazie al suo aspetto “user-friendly”, i ricercatori si aspettano che lo specchio magico possa entrare facilmente nelle case degli utenti o in altri luoghi tipici della vita quotidiana, come centri fitness e nutrizionali, farmacie, scuole e così via. Uno strumento diagnostico, infatti, che si integra perfettamente con l’arredo di un appartamento, di un negozio, o di un centro sportivo.

Soluzioni ICT volte a promuovere cambiamenti comportamentali hanno dimostrato di essere efficaci a realizzare la prevenzione primaria, in termini di stili di vita sani […] – scrivono i ricercatori - In questo articolo vi presentiamo un dispositivo multisensoriale, Wize Mirror, in fase di sviluppo dell’ambito del progetto europeo FP7 Semeoticons e che monitora nel tempo i segni facciali legati al rischio cardio-metabolico, incoraggiando gli utenti migliorare il loro stile di vita.

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D’altronde, come sottolineano gli autori, la prevenzione primaria è la strada più semplice per ridurre l’onere socioeconomico delle malattie croniche e diffuse, come quelle cardiovascolari e metaboliche.

In tempi dove la medicina va verso l’iper specializzazione, forse, chissà, con il rischio di perdere di vista l’essere umano come organismo intero, lo specchio esamina invece il volto, il tessuto cutaneo, quello adiposo, le espressioni facciali e anche il colorito, per fornire indicazioni “complessive” sullo stato di salute. Quell’occhio clinico, dunque, che rischia la crisi diventa digitale.

Il lavoro è stato pubblicato su Biosystems Engineering.

Roberta De Carolis

Foto: Semeoticons

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