I malati di Parkinson manifestano maggiore creatività degli individui sani: secondo uno studio condotto da Rivka Inzelberg presso l'Università di Tel Aviv, la terribile patologia neurologica potrebbe avere l'effetto positivo di migliorare sensibilmente l'inclinazione artistica nei soggetti colpiti.
La scoperta è arrivata dopo due anni di studi. "È iniziato tutto con la mia osservazione che i pazienti di Parkinson hanno un particolare interesse per l'arte e hanno hobby creativi incompatibili con le loro limitazioni fisiche - ha raccontato Inzelberg – […] Nel corso della mia ricerca attuale, è stato condotto il primo studio globale per misurare il pensiero creativo dei pazienti di Parkinson".
L'ostacolo maggiore è stato naturalmente quantificare la creatività con misure riproducibili che prendessero in esame parametri obiettivi. I ricercatori hanno condotto a questo scopo una batteria di test già noti nel settore e altri adattati per il particolare studio su 27 soggetti affetti da morbo di Parkinson trattati con farmaci specifici e su altri 27 sani, simili per livello di istruzione.
Tali test hanno incluso l'esame di fluenza verbale, noto in neurologia, in cui ad una persona viene chiesto di dire tutte le parole che iniziano con una certa lettera dell'alfabeto o appartenenti ad una determinata categoria semantica (es frutta, marche d'auto, animali, mobili). Questi esami permettono generalmente una rapida ed efficiente valutazione della capacità di evocazione delle parole, abilità che risulta compromessa in casi di lesioni cerebrali nell'area frontale sinistra.
I partecipanti sono stati poi invitati a sottoporsi a più impegnativi test di associazione remota, durante i quali hanno dovuto nominare una quarta parola (dopo tre parole date) in un contesto fisso, e rispondere a quesiti come "Che cosa si può fare con i sandali?". Il test finale è stato invece un riadattamento di un altro noto per la comprensione delle metafore.
Lo studio ha dimostrato che i pazienti di Parkinson offrono generalmente risposte più originali e interpretazioni maggiormente riflessive rispetto alle loro controparti sane. Inoltre, per escludere che il processo creativo fosse legato a compulsioni ossessive in cui molti pazienti di Parkinson cadono, i partecipanti sono stati invitati a compilare un ampio questionario: l'analisi ha indicato nessuna correlazione tra il comportamento compulsivo ed elevata creatività.
La ricerca ha infine tentato di dare una spiegazione a questi sorprendenti risultati: il morbo di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che causa una progressiva insufficienza di dopamina, per cui i pazienti sono trattati con farmaci precursori di questo importante neurotrasmettitore. Il nesso tra la malattia e l'incremento di creatività è apparso infatti più legato all'assunzione di queste molecole che al morbo in sé. D'altronde è noto da tempo il legame tra la dopamina e l'inclinazione artistica.
La scoperta potrebbe avere importanti e positive ripercussioni sulla salute psichica dei pazienti, che spesso si sentono isolati a causa dei loro limiti fisici. "Dopo il mio primo articolo, ho contribuito a organizzare mostre di pittura dei pazienti a Herzliya e Raanana e ho ricevuto inviti in Canada e in Francia - ha spiegato a questo proposito Inzelberg - Questi eventi sono stati utili nella raccolta di fondi per la ricerca sul Parkinson, fornendo terapia occupazionale per i pazienti. E, soprattutto, offrendo loro la possibilità di esprimere pienamente se stessi".
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Annals of Neurology.
Roberta De Carolis
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