Il tumore al pancreas si può diagnosticare in modo rapido e low cost: è questa la scoperta di Jack Andraka, un ragazzino americano originario del Maryland che, all'età di appena 15 anni, ha sviluppato una metodologia di analisi 168 volte più veloce e 400 volte più sensibile dei test medici tradizionali, nonché incredibilmente più economica. Si apre quindi una speranza per una malattia che, attualmente, uccide entro 5 anni dalla diagnosi nella quasi totalità dei casi.
Il cancro pancreatico non lascia scampo non per la mancanza di terapie potenzialmente efficaci, ma per l'assenza di tecniche per la diagnosi precoce. I rari esempi di guarigione sono dovuti a fortunose scoperte, quasi sempre per puro caso. I sintomi chiari, infatti, arrivano ad uno stadio di malattia troppo avanzato per una eradicazione totale della patologia.
Il giovane ricercatore, che per questa scoperta ha già vinto nel 2012 il 'Gordon E. Moore Award', oggi ha 17 anni, ed è stato a Roma in occasione del 'Rome 'Maker Faire', esposizione europea di progetti legati alla creatività. La sua invenzione consiste in una "semplice" striscia che, se in contatto con un campione di sangue o di urina del paziente, rivela l'eventuale innalzamento dei livelli della proteina mesotelina, indice di formazione delle cellule maligne. Come un banale test di gravidanza.
La striscia in realtà è qualcosa di tecnologicamente molto avanzato: è infatti un biosensore basato su nanotubi di carbonio, ed è stato costruito dopo aver analizzato le potenzialità diagnostiche di più di 8 mila proteine, tutte inserite in un database come possibili marker di questa terribile patologia. La mesotelina è stata la quattromillesima, ed è risultata la più promettente.
Colpito da personale lutto per la scomparsa di un caro amico di famiglia, quasi uno zio per lui, proprio a causa di un cancro al pancreas, il giovane ha iniziato le sue ricerche e ha inviato i suoi risultati preliminari a oltre 200 professori. Tra questi, a dargli ascolto è stato Abirban Maitra, esperto di cancro pancreatico, che lo ha chiamato nel suo laboratorio. Dopo esperimenti durati sette mesi, il test ha finalmente dimostrato di funzionare.
Il sensore potrebbe risultare vincente anche per il cancro alle ovaie e al polmone, altre due patologie oggi molto difficili da diagnosticare in tempo. Ma ci vorranno dai due ai cinque anni prima di poter vedere il test negli ospedali e nei laboratori.
RDC
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