La Cannabis, la pianta dalla quale si ottiene la popolare droga leggera spesso al centro di dibattiti medici e politici, può giocare un ruolo nella cura del diabete di tipo 2. A dare l’annuncio un gruppo di ricerca dell’Università di Buckingham (Uk) guidato da Mike Cawthorne. Dopo promettenti risultati ottenuti sui topi, è iniziata una sperimentazione umana che dovrebbe dare i primi riscontri, secondo i ricercatori, entro la fine dell’anno.
Le sostanze benefiche sono contenute nelle foglie, in particolare il Thcv (tetraidrocannabivarina) e il cannabidiolo: l’effetto sembra essere una soppressione dell’appetito e un impatto sul livello di grasso nel corpo e della sua risposta all’insulina, l’ormone che regola il contenuto di glucosio nel sangue e che non è prodotto efficacemente dal pancreas di coloro che sono affetti da diabete. Inoltre ulteriori test nei topi hanno mostrato come queste molecole aumentino la velocità del metabolismo, portando ad un abbassamento del livello di grasso nel fegato e a una riduzione del colesterolo nel sangue.
La sperimentazione umana, in corso su 200 pazienti, è condotta presso la casa farmaceutica Gw Pharmaceuticals, che ha ottenuto l’autorizzazione a coltivare le piante di Cannabis (illegale nel Regno Unito) presso una struttura posta sotto segreto industriale nel sud del paese. “Gli uomini hanno usato questa pianta per migliaia di anni, pertanto abbiamo molta esperienza con la loro chimica” precisa Steph Wright, direttore del Dipartimento Ricerca e Sviluppo della ditta.
L’effetto di soppressione dell’appetito indotto da queste molecole era già noto, ma era anche noto che fosse di breve durata. La vera scoperta è stata l’impatto sul livello di grasso nel corpo e la sua risposta all’insulina, al quale l’organismo sembra essere più sensibile dopo la somministrazione di Thcv. Tutto questo fa sperare di ricavare dei veri e propri farmaci contro il diabete. “Nel complesso sembra che queste molecole incrementino il consumo di energia nelle cellule del corpo, velocizzando il metabolismo” ha commentato Cawthorne.
Roberta De Carolis