Ormai sembra evidente che il fumo è anche fattore di rischio per il morbo di Alzheimer, oltre che per il cancro al polmone. La notizia arriva dall’Università della California (San Francisco) dove un gruppo di ricercatori ha evidenziato come gli studi effettuati in precedenza, realizzati da enti senza finanziamenti o affiliazioni di industrie del tabacco, evidenziassero un rischio medio per i fumatori di sviluppare il morbo di Alzheimer stimato intorno a 1.72, dunque quasi una probabilità doppia per i fumatori di sviluppare la malattia. Lo studio su Journal of Alzheimer's Disease.
“Siamo convinti che studi finanziati dalle industrie siano indirizzate a conclusioni favorevoli allo sponsor e puntiamo alla necessità di studi accademici per proteggere questo tipo di ricerche”: così Judith J. Prochaska, coautrice dello studio, ha commentato i risultati, che mostrano come gli studi finanziati dalle ditte produttrici di tabacco riportassero dati favorevoli al fumo, diffondendo il mito del fumo come protettore contro il morbo di Alzheimer, ma anche come questi contrastassero nettamente con le ricerche effettuate senza tali contributi economici. Il controllo è stato effettuato su 43 pubblicazioni dal 1984 al 2007 e si sono cercate informazioni sui finanziamenti ottenuti e sulle affiliazioni degli autori grazie all’analisi di 887 precedenti documenti industriali, trovando una netta corrispondenza fra studi favorevoli al tabacco e legami con le industrie produttrici.
Sembra dunque smentito il falso mito del tabacco come protettore contro il morbo di Alzheimer e che questo mito fosse frutto di un netto legame con interessi privati industriali.
Roberta De Carolis