Guardando gli occhi si riconosce l'Alzheimer

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Sulla demenza di Alzhaimer esistono diverse scuole di pensiero. Tra gli studiosi del disturbo c’è addirittura chi nega l’esistenza di una vera e propria patologia e considera la demenza senile una ovvia degenerazione delle funzioni cognitive del cervello, così come avviene spesso anche per le altre parti dell’organismo, soprattutto con l’avanzare dell’età.

Ad allarmare però, restano i numeri. Sono venti milioni le persone nel mondo colpite dal morbo e, solo in Italia, si stimano circa 500mila malati. Di fronte a questi dati la ricerca non resta indifferente: è infatti recentissima la scoperta di un nuovo metodo, per nulla invasivo, in grado di diagnosticare la presenza del disturbo.

Basterà una goccia di collirio per dilatare la pupilla e stabilire chi è colpito dal morbo di Alzhaimer. La notizia arriva dagli Usa, da studi condotti da Huntington Potter, il neurologo del Brigham and Women's Hospital di Boston, assieme a Leonard Scinto, l'oculista che ha ideato la prova.

L’Alzhaimer si caratterizza per una netta diminuzione di acetilcolina nel cervello, un neurotrasmettitore fondamentale che garantisce la comunicazione tra i neuroni. Inoltre, muoiono anche i “neuroni colinergici” che usano l’acetilcolina per scambiarsi informazioni e sono coinvolti nel controllo della pupilla.

Il collirio utilizzato è a base di tropicamide che agisce bloccando il neurotrasmettitore. Nelle persone sane la goccia di collirio causa la dilatazione della pupilla; nel malato questa dilatazione risulterà più marcata poiché con il farmaco si disattiva la poca acetilcolina rimasta, che dovrebbe contrastare l‘ingrandimento della pupilla.

La scoperta è tanto rivoluzionaria quanto semplice ed apre nuove speranze per la ricerca scientifica su questo campo.

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