Per gli amanti di trekking e percorsi avventurosi non esistono solo i social network. Ora è possibile condividere la propria esperienza diventando Google Street View Trekker, ovvero autore. Autore di percorsi non ancora battuti e di esperienze non ancora vissute, o meglio, mai seguite e condivise.
Fare domanda è molto facile, è sufficiente compilare un modulo, ma ancora ci sono un paio di restrizioni. Innanzitutto non tutti i paesi del mondo sono eleggibili per essere ripresi, anche se Google sottolinea la volontà di ampliare le fette di mondo sotto i riflettori in futuro. Attualmente sono coperti tutti i continenti (tranne l’Antartide), ma comunque non tutti gli angoli della Terra possono stare sotto l’occhio di Google Street View.
Inoltre – nota dolente per gli amanti delle avventure “solitarie” – il singolo viaggiatore non può candidarsi, ma deve rappresentare un’associazione, un gruppo di ricerca, un’agenzia governativa, purchè senza fini di lucro. Questo per una sorta di “marchio di qualità” sull’affidabilità delle informazioni ma anche sulla responsabilità del turista nel viaggiare e riprendere posti impervi e poco battuti.
Proprio questi ultimi punti sono affrontati nelle domande obbligatorie del modulo. Il modulo infatti richiede di dichiarare se si è in possesso di autorizzazioni per le fotografie, se si prevede di promuovere il trekking attraverso i contatti e i mezzi della propria organizzazione, quali sono gli obbiettivi per i quali si raccolgono le immagini e se si aspira alla sponsorizzazione da parte di Google.
Dopo aver preso visione dei luoghi, e sono comunque tanti quelli ancora inesplorati da Google View, possiamo quindi essere i suoi occhi e partire, tornando con un reportage fotografico e video di viaggio che mira ad una condivisione capillare. Scopo? Portare il viaggio a chi non può farlo, anche solo virtualmente.
Zaino in spalla, dunque.
Roberta De Carolis
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