Prevedere i terremoti, oggi impossibile con precisione, è l'obbiettivo di molti scienziati, i quali da tempo affermano che un terremoto nel Sud del nostro Paese di intensità medio-alta è possibile tra circa un anno, o forse meno. Una serie di eventi sismici, di bassa intensità, registrati nel Meridione ha fatto temere l'imminente arrivo di un disastro. Ma la paura è realmente fondata?
"Sono almeno quattro i sintomi che possono indicare l’approssimarsi di un forte terremoto in una certa zona – ci aveva spiegato nel corso di un'intervista Giuliano Panza, ordinario di sismologia presso l'Università di Trieste e recentemente eletto Socio Nazionale dell’Accademia dei Licei - (1) le piccole scosse diventano più frequenti, (2) tendono a raggrupparsi nel tempo, (3) si verificano simultaneamente in aree distanti e (4) presentano un aumento della magnitudo media".
Come riportiamo nella figura, presa dal sito dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia, in questi giorni sono stati rilevati diversi sismi di bassa intensità al Sud, in particolare nelle regioni Puglia, Sicilia e soprattutto Calabria, che ha visto il verificarsi del maggior numero di eventi. Solamente questi dati, presi da soli, non possono però costituire una prova di previsione, che – ribadiamo – attualmente è impossibile con precisione.
Questo in parte perché la magnitudo media non sembra in aumento, ma soprattutto perché questo numero dei dati è statisticamente insufficiente. Ben più preoccupante, d'altronde, è la situazione generale, analizzata dai sismologi su una scala di tempi superiore. Gli esperti hanno infatti da tempo lanciato un allarme a riguardo per il Meridione, chiedendo con insistenza una messa in sicurezza degli edifici preesistenti e maggiori cautele e rispetto delle norme per quelli di nuova costruzione.
E anche sulle stesse norme gli scienziati sono fortemente critici. Secondo Giuliano PanzaSecondo Giuliano Panza, infatti, queste non tengono conto delle moderne teorie di previsione, che, pur non garantendo certezze, forniscono di gran lunga una maggiore affidabilità delle precedenti, basate solo su dati storici e statistici.
La "via di salvezza" più sicura resta pertanto, come più volte ribadito, quella della prevenzione, che nel nostro Paese sembra parimenti carente. Per ora comunque, nulla di certo. Ma il livello di guardia, secondo gli esperti, non può e deve essere abbassato.
RDC
Foto: INGV
LEGGI anche:
- Prevedere i terremoti: impossibile con precisione, ma abbiamo gli strumenti per difenderci