L'Etna è tornato a farsi sentire. Due giorni fa, infatti, la sua attività vulcanica ha subito un'accelerazione, mostrando ai catanesi il solito spettacolo pirotecnico. Ma secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista internazionale Earth and Planetary Science Letters con il titolo di 'Continental margin large scale instability controlling the flank sliding of Etna volcano', l'Etna potrebbe avere un'origine sottomarina, e ciò andrebbe a collegarsi con un altro fenomeno: lo scivolamento nel mare del fianco orientale del vulcano.
Gli autori della ricerca, i vulcanologi Mauro Coltelli e Danilo Cavallaro dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania ed i geologi marini Francesco Latino Chiocci e Alessandro Bosman dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, hanno cercato di trovare una risposta alla seguente domanda:
"Da tempo è noto che il fianco orientale dell'Etna è soggetto a un movimento di scivolamento dell'ordine di diversi centimetri l'anno e dunque quali sono le ipotesi per spiegare questo fenomeno"?
Secondo lo studio, alla base dello scivolamento del fianco orientale dell'Etna ci sarebbe il collasso della scarpata continentale ionica della Sicilia, che si trova proprio di fronte al vulcano. Tale situazione avrebbe dunque, secondo gli esperti "dirette ripercussioni sull’evoluzione del vulcanismo".
Dagli studi, infatti, è emerso che "la scarpata continentale della Sicilia, dalla costa sino alla profondità di oltre 2.000 m, presenta un anomalo rigonfiamento di fronte all’Etna che coincide esattamente con la regione che scivola verso il mare". Ma c'è dell'altro: "L’intrusione di grandi quantità di magma nella crosta sotto il vulcano avvenuta negli ultimi centomila anni avrebbe causato il grande rigonfiamento del margine continentale sommerso, creando un disequilibrio gravitazionale che si propaga fino al fianco emerso del vulcano. Questo meccanismo causerebbe una decompressione nella crosta terrestre che permetterebbe la risalita dei magmi senza un prolungato stazionamento, permettendo l’eruzione di magmi basaltici a causa proprio della loro veloce risalita dal mantello".
Chiaramente si tratta di un'ipotesi, o meglio di un modello ma la possibilità che tale scivolamento possa avere una connessione con l'origine sottomarina del vulcano, non è poi così inverosimile.
Francesca Mancuso