Il turismo spaziale, oggi appannaggio solo di pochissimi plurimilionari, potrebbe influire significativamente sui cambiamenti climatici nelle prossime decadi. Questo il risultato di uno studio condotto dall’Aereospace Corporation di El Segundo (California, USA) e che sarà presto pubblicato su Geophysical Research Letters.
Il lavoro ha in primis visto una premessa, ovvero il picco commerciale che il mercato del turismo spaziale sembra raggiungere a breve, ciò considerando i 1000 lanci di routine effettuati ogni anno.
Sulla base di questo dato, i ricercatori hanno pertanto calcolato l’impatto sul clima delle emissioni di anidride carbonica e della fuliggine. In particolare quest’ultima, secondo i ricercatori, si accumulerebbe a circa 40 chilometri di altezza, tre volte più in alto di quella prodotta dal traffico aereo di linea.
Le analisi, effettuate tramite un sistema computerizzato che misura l'atmosfera terrestre, hanno dunque mostrato che, al di sotto dello strato di fuliggine predetto, la superficie terrestre si potrebbe raffreddare fino a 0.7 gradi centigradi e l’Antartide potrebbe invece riscaldarsi fino a 0.8 gradi centigradi.
Nel frattempo le regioni equatoriali potrebbero perdere circa l’1 per cento del loro ozono, a fronte di un guadagno del 10 per cento dello stesso ai poli. L’effetto sembra globale, e dovuto ad un generale incremento dell’energia solare assorbita dall’atmosfera del nostro pianeta.
“I missili sono l’unica fonte diretta di composti chimici prodotti dall’uomo al di sopra di 22.5 chilometri - afferma il capo della ricerca Martin Ross - Per questo è così importate capire quali effetti sull’atmosfera potrebbero avere i loro scarichi”.
A fare eco a Ross anche un suo collaboratore, Michael Mills, che dichiara quanto sia "sorprendente la risposta del clima ad un input relativamente piccolo. I nostri risultati - aggiunge infatti l'esperto - mostrano una sensibilità particolare al tipo di particelle emesse dai missili”.
In effetti, uno studio precedente dello stesso Ros, pubblicato nel marzo del 2009 su Astrophysics, aveva dimostrato che le emissioni dei missili sono particolarmente pericolose per l’ozono perché attaccano direttamente la stratosfera dove questo risiede.
A monte di tutto ciò, tuttavia, Ross sottolinea l’importanza di considerare l’impatto sul clima anche delle emissioni di nerofumo, definito come "la parte più significativa dell’impatto totale sul clima dovuto ai missili. Questo - continua il ricercatore - potrebbe portare ad aggiornamenti dei calcoli attuali".
Roberta De Carolis