L'ultimo sogno della Nasa è quello di rifornire di energia solare la Terra attraverso i satelliti. A spiegarne il progetto è un veterano dell'agenzia spaziale, John Mankins, che sta conducendo il progetto. Per il momento, ancora nelle sue fasi di sviluppo.
Si chiama Solar Power Satellite Via Arbitrarily Large Phased Array, o più semplicemente SPS-ALPHA. In pratica, il satellite, somigliante ad un comune bicchiere per il margarita, dovrebbe essere in grado di catturare i raggi solari durante l'utilizzo di pannelli di trasmissione a microonde a fascio, convertendo l'energia solare sul pianeta sotto forma di onde radio. E il tutto grazie alla sua speciale forma.
I ricevitori di onde radio sulla Terra rappresenterebbero un grande agglomerato di diodi, tessuti insieme per creare una struttura simile ad una rete. Questo può essere posizionato ovunque sul pianeta. Potrebbe, infatti, essere sospeso sui terreni agricoli, sulle aree remote e anche luoghi in cui l'energia è rara o inesistente. Secondo Mankins, la sua insistenza sui trasmettitori a microonde a bassa intensità è data dal fatto che "il ricevitore sulla Terra sarà grande, ossia circa 6/8 km di diametro, posizionati dai 5 ai 10 metri da terra".
L'SPS-ALPHA richiede ancora alcune modifiche, dato che l'impianto solare tende a surriscaldarsi in quanto riceve e converte l'energia. Per far fronte a questo, Mankins propone di aumentare l'efficienza delle celle solari o l'uso di materiali in via di sviluppo che le renderebbe in grado di funzionare a temperature più elevate. La dimensione di questa centrale spaziale è un altro problema cui far fronte. Mankins, dunque, prevede di utilizzare un composto di carbonio per mantenere la struttura leggera e pratica da usare.
Il concetto di energia solare proveniente dallo spazio fu accolto con alcune critiche in passato. Nel 1970, quando l'idea di un modulo spaziale solare per l'energia fu preannunciato, i critici licenziarono il progetto a causa dei costi letteralmente astronomici.
Tuttavia, Mankins postula che l'SPS-ALPHA rifletterà i progressi tecnologici degli ultimi 40 anni e oggi la tecnologia ha un prezzo notevolmente inferiore. Se il team della Nasa dovesse riuscire a completare e rendere utilizzabile l'opera, SPS-ALPHA potrebbe essere lanciato nel 2025.
Federica Vitale
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