Nelle regioni polari di Saturno si scatenano spettacolari tempeste, come quella registrata lo scorso 27 novembre dalla Sonda Cassini che da una distanza di circa 376mila chilometri ha immortalato un enorme vortice al centro del famoso esagono presente al Polo Nord del pianeta.
Questi fenomeni erano presenti qualche anno fa anche al Polo Sud di Saturno, ma oggi si verificano più spesso altrove. Non è la prima volta che Cassini osserva le tempeste del lontano pianeta, anche se in passato lo ha fatto in lunghezze d’onda infrarosse, perché il polo nord era completamente al buio. Ma con il cambio delle stagioni di Saturno, il sole ha iniziato ad illuminare anche quest’area finora oscura, dando la possibilità alla sonda di osservare più nel dettaglio le tempeste. Questa particolare serie di immagini non elaborate è stata scattata il 27 novembre.
La missione Cassini-Huygens è un progetto di cooperazione della NASA con l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia Spaziale Italiana. L’orbiter Cassini e le sue due macchine fotografiche a bordo sono state progettate, sviluppate e assemblata al JPL.
Anche su Titano, il cambiamento prodotto dalla luce del sole si è fatto sentire. Sulla luna di Saturno, al polo sud, i dati hanno mostrato che la luce assume un’inclinazione particolare. Cassini è in orbita attorno a Saturno e ai suoi satelliti dal 2004, ed è stata in grado di studiare la luna da angolazioni impossibili dalla Terra e osservare i cambiamenti che si sviluppano nel tempo. E finalmente è stato possibile per i ricercatori avere un’idea chiara di ciò che avviene nell’atmosfera di Titano. Usando lo spettrometro di Cassini Nick Teanby, autore principale dello studio, ha misurato i movimenti di alcune specie chimiche come metano e propano, caratterizzate da tempi di vita lunghi, e che per questo sono state usate per tracciare i movimenti dell’atmosfera.
I risultati ottenuti parlano chiaro: la circolazione atmosferica di Titano cambia al variare delle stagioni per via del mutare dell’illuminazione solare e dell’assorbimento delle radiazioni del sole.
“Le osservazioni ravvicinate di Cassini sono probabilmente le uniche a darci la prova della transizione”, ha detto Nick Teanby. “È molto emozionante vedere questi rapidi cambiamenti in un corpo che cambia di solito così lentamente e ha un anno che equivale a 30 anni terrestri.”
Quest’ultimo studio è stato pubblicato su Nature.