Saturno, il sesto pianeta del Sistema Solare, varia la quantità di calore emessa nello spazio in base alle stagioni, come una lampadina che alterna modalità di alta e bassa potenza. Questa nuova analisi dei dati raccolti dalla sonda Cassini della NASA, pubblicata recentemente sulla rivista Nature Communications, rivela l’effetto di questa variazione.
L’alternanza del flusso di calore provoca turbolenza nell’atmosfera di Saturno, scatenando tempeste tanto potenti da avvolgere l’intero pianeta. Gli scienziati hanno osservato questo fenomeno e riportato i loro risultati nello studio pubblicato il 18 giugno.
I cambiamenti stagionali nel calore radiato da Saturno e dagli altri giganti gassosi non sono ancora stati inclusi nei modelli che descrivono i loro climi e le loro evoluzioni. Questi modelli presuppongono che i pianeti emettano calore uniformemente in tutte le direzioni e a un ritmo costante. Liming Li, professore di fisica all’Università di Houston e coautore dello studio, aveva già scoperto un decennio fa che Saturno non emette energia uniformemente, come riportato da Space.com.
Xinyue Wang, dell’Università di Houston, che ha guidato il nuovo studio, ha dichiarato recentemente: “Crediamo che la nostra scoperta di questo squilibrio energetico stagionale richieda una rivalutazione di quei modelli e teorie.”
Origine del calore interno di Saturno
Gli astronomi sanno da tempo che Saturno restituisce nello spazio il doppio dell’energia che riceve dal Sole. Questa energia supplementare proviene dalle profondità del pianeta, dove il calore residuo dalla sua formazione aumenta le temperature fino a circa 15.000 gradi Fahrenheit (8.300 gradi Celsius), più calde della superficie del Sole. Gran parte di questo calore interno è il risultato della lenta compressione del pianeta dovuta alla sua gravità, e una parte potrebbe derivare dall’attrito generato dalla caduta di elio verso il nucleo del pianeta.
Quando la sonda Cassini della NASA raggiunse Saturno nel 2004, il pianeta si trovava in piena estate australe, con il polo sud rivolto verso il Sole, mentre l’emisfero nord era immerso nell’oscurità dell’inverno. Nel 2009, durante l’equinozio, quantità uguali di luce solare riscaldarono entrambe le metà del pianeta. Cassini ha osservato tre stagioni nell’emisfero nord di Saturno prima di concludere la sua missione con un tuffo nell’atmosfera del gigante gassoso nel settembre 2017: primavera, estate e inverno, ciascuna delle quali dura circa sette anni terrestri.
Ricerche precedenti guidate da Li avevano dimostrato che il calore radiato da Saturno corrispondeva alle sue stagioni. Il nuovo studio trova che questi cambiamenti periodici sono dovuti anche alle variazioni della quantità di luce solare assorbita, poiché il gigante gassoso oscilla tra i punti più vicini e più lontani della sua orbita ellittica di 30 anni intorno al Sole.