Ha un nome alfanumerico piuttosto lungo SAO 206462 ma, appena scoperta, già promette interessanti rivelazioni. Si trova nella costellazione del Lupus, a più di 400 anni luce dalla Terra. La sua identificazione suggerisce che in quel sistema stellare probabilmente si stanno formando dei pianeti.
Già in passato gli astronomi sapevano che SAO era circondata da un disco stellare protoplanetario composto da gas e polveri. La novità giunge dal Centro Spaziale Goddard della Nasa dove il team di Carol Grady ha osservato il disco con un coronografo attraverso il quale è stato possibile bloccare la luce della stella e rivelare l’ambiente nel quale è stato localizzata. Il coronografo era collegato al telescopio Subaru, situato a Mauna Kea, nelle isole Hawaii.
Appaiono distinguibili attorno alla stella delle formazioni spiraliformi, una struttura che confermerebbe la presenza di pianeti in formazione. Secondo quanto affermano i ricercatori, queste due strutture di polvere sarebbero dovute a delle perturbazioni create dai due pianeti giganteschi in formazione. Questi due giganti, nelle dimensioni, sono molto simili a Giove. Il dato straordinario è trovare bracci a spirale intorno ad una stella singola.
Le braccia a spirale si estendono su una distanza superiore alla distanza tra Plutone e il Sole. I pianeti allo stato embrionale non sono facilmente distinguibili essendo, le spirali, molto luminose. Spiega Carol Grady: “Simulazioni dettagliate al computer ci hanno dimostrato che l’attrazione gravitazionale di un pianeta all’interno di un disco circumstellare può creare delle perturbazioni nei gas e nelle polveri, formando queste braccia a spirale”.
Il processo di formazione delle spirali ha origine nelle perturbazioni gravitazionali. Queste sarebbero dovute agli addensamenti interni ai dischi di materiali in rotazione e i nodi delle ondulazioni indicherebbero proprio la posizione dei protopianeti nei dischi circumstellari.
Sebbene la scoperta sia eccezionale e ci sono ottime ragioni per proseguire negli studi, gli scienziati sono cauti. Infatti, la formazione potrebbe essere dovuta anche ad altri processi e non necessariamente collegabile ai protopianeti. Il condizionale è d’obbligo.