
Questa storia comincia con un fossile di lucertola marina chiuso in un cassetto. Il ritrovamento risale agli anni ’70 e pare proprio che quel reperto abbia detto agli scienziati tutto ciò che aveva da dire. E allora basta così, ci si dedica ad altro.

L'estinzione di massa avvenuta 200 milioni di anni fa, alla fine del cosiddetto triassico, non avvenne a causa dell'aumento dell'attività vulcanica legata allo spostamento delle terre della Pangea, come si è ritenuto fino ad oggi. Secondo un recente studio, infatti, alla base del fenomeno dell'estinzione che colpì gli animali marini vi fu un grosso rilascio di carbonio nell'atmosfera terrestre, che provocò un forte cambiamento climatico.

Kevan Sheehan non è che un collezionista dilettante, eppure oggi il Dorset County Museum inglese gli deve molto: è grazie a lui se questo gigantesco cranio preistorico è esposto al pubblico.

L'esemplare di Scipionyx samniticus, soprannominato affettuosamente Ciro, aveva addirittura conquistato la copertina della rivista Nature, nel 1998. In effetti, il suo ritrovamento risaliva a qualche anno prima, precisamente al 1980, quando il suo fossile fu ritrovato a Pietraroia, nei pressi di Benevento.

Sono dei misteriosi geroglifici in vernice rossa e sono stati rinvenuti all'interno della grande piramide di Giza grazie ad un robot provvisto di macchina fotografica. Questi geroglifici dal colore vermiglio sono impressi sul pavimento e, secondo un'analisi matematica, si tratterebbero di semplici numeri.

“Avrebbe potuto sfamare un esercito per un mese e, probabilmente, era anche appetitoso”. È quanto afferma con tono scherzoso Derek Briggs, direttore dello Yale Peabody Museum of Natural History e coautore di una ricerca finanziata dal Committee for Research and Exploration della National Geographic Society.

Donne in casa e uomini al lavoro. Si fa presto a considerare 'antiquata' questa triste (e speriamo ormai meno frequente) consuetudine. Ma non è affatto così. Secondo un recente studio realizzato dai ricercatori del Max Planck Institute per l'antropologia evoluzionistica a Lipsia, in collaborazione con i colleghi dell'Università del Colorado a Boulder, tra gli ominidi le cose erano differenti. Gli uomini infatti rimanevano 'a casa' e le donne si spostavano nella savana.

La rivista Procedings of the National Academy of Sciences ha pubblicato di recente un interessante studio effettuato sull'uomo di Neanderthal, mettendone in discussione il periodo di estinzione. Comunemente, infatti, si ritiene che esso sia scomparso in Russia attorno ai 30 mila anni fa. Le ultime scoperte affermano che, almeno in quest'area, la sua morte si aggiri ai 39 mila anni or sono. Un intervallo di tempo di circa 10 mila anni rispetto a quanto solitamente si sosteneva.