Un team di archeologi ha scoperto diverse decine di lingotti sparsi sul fondale marino al largo della costa della Sicilia. I lingotti sono di oricalco, un metallo fuso raro di cui il filosofo greco Platone attribuiva la provenienza dalla leggendaria città di Atlantide. Le ricerche sono state coordinate dalla Soprintendenza del Mare, insieme alla Capitaneria di Porto di Gela e il nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Messina e della Guardia di Finanza di Palermo e di Francesco Cassarino, sub dell'associazione "Mare Nostrum".
I lingotti, in totale, sono 39 e di forma rettangolare. Sono stati trovati vicino ad un relitto, scoperto nel 1988, e situato nelle acque poco profonde al largo della costa di Gela, in Sicilia. Il soprintendente Sebastiano Tusa sostiene che, probabilmente, la preziosa refurtiva fu trasportata in Sicilia dalla Grecia o dall'Asia Minore. Una scoperta molto importante visto che, fino ad oggi, nulla di simile era ancora emerso dalla storia.
“Il rinvenimento di lingotti di oricalco nel mare di Gela apre prospettive di grande rilievo per la ricerca e lo studio delle antiche rotte di approvvigionamento di metalli nell’antichità mediterranea. Finora nulla del genere era stato rinvenuto né a terra né a mare”, afferma Soprintendente Sebastiano Tusa. “Si conosceva l’oricalco attraverso notizie testuali e pochi oggetti ornamentali. Inoltre si conferma la grande ricchezza e capacità produttiva artigianale della città di Gela in epoca arcaica come area di consumo di oggetti di pregio. L’oricalco era, infatti, per gli antichi un metallo prezioso la cui invenzione produttiva attribuivano a Cadmo”, personaggio mitologico greco-fenicio oltreché fondatore e primo re di Tebe.
Abbiamo contattato il Soprintendente Tusa per rivolgergli alcune domande inerenti la formidabile scoperta.
Da quanto tempo eravate impegnati a fare ricerche sulla nave affondata e quale sensazione vi ha dato il riuscire a compiere una scoperta così importante, relativa ad un materiale come l’oricalco?
Da anni lavoriamo nel mare di Gela cercando di identificare i relitti che sono indiziati dai vari rinvenimenti che si sono succeduti nel tempo. Andiamo spesso soprattutto dopo le mareggiate che scoprono vaste aree del fondale mettendo in luce reperti altrimenti sepolti sotto centimetri o addirittura metri di sabbia e fango. Scoprire i lingotti è un evento eccezionale che certamente va oltre i rinvenimenti di routine di anfore e ceramiche di vario tipo. All'inizio, dato il mio innato scetticismo, penasi ad uno scherzo o a qualcosa di recente. Poi aumentando il numero dei lingotti e trovando materiale di contesto antico, nonché anche tracce del relitto ligneo della nave mi convinsi e l'emozione prese il sopravvento. mio costume non esultare mai nell'impatto iniziale con qualcosa di eccezionale. Voglio sempre approfondire e vederci chiaro. Questo atteggiamento di prudenza mi ha evitato bufale e brutte figure possibili nel nostro mestiere. ne potrei raccontare tante di bufale evitate.
Alla luce di tale ritrovamento, ha intenzione di allargare i confini delle ricerche, magari operando altri rilevamenti in altri luoghi, lungo la costa siciliana?
Lavoriamo da anni lungo tutta la costa siciliana e le isole adiacenti. Pertanto abbiamo sempre un occhio su tutto il mare siciliano. Ovviamente la presenza di siffatta ricchezza nel mare di Gela ci pone di fronte alla necessità di un maggiore impegno lungo la costa meridionale dell'isola.
Cosa si aspetta ora di trovare sul relitto? O quali risposte è ansioso di conoscere facendo ancora i rilevamenti del caso attorno al luogo del naufragio?
Mi aspetto altri lingotti e materiale vario anche di pregio data la natura del carico finora identificato. Sono anche ansioso di verificare se la mia ipotesi di datazione al VI secolo a.C. del relitto sia esatta e comprendere anche la natura fisica del relitto, cioè le tecniche di costruzione dell'imbarcazione.
Una curiosità forse banale, ma lecita per quanti leggono di simili imprese. Quale sensazione si prova davanti ad un relitto o qualsiasi altro reperto archeologico? Quali sono le emozioni nel momento in cui la storia è davanti a noi?
Anche se ormai faccio questo mestiere da anni e sono, pertanto, abituato a simili scoperte, tuttavia l'emozione è sempre notevole. Quello che mi colpisce di più è l'immaginazione degli uomini che furono insieme alle "cose" che scopriamo. Spesso sogno a occhi aperti vedendo quegli uomini che caricarono la nave o che subirono le ingiurie del mare durante il naufragio. Spesso l'emozione è tale che mi immedesimo nei loro ruoli e nelle loro passioni.
Perché la sua scoperta è stata associata al mito di Atlantide? Che sia davvero sepolta sotto la Sicilia?
Personalmente credo che Atlantide sia una metafora mirabilmente esaltata da Platone. Si potrebbe discutere a lungo su tale questione. La scoperta dei lingotti è associata ad Atlantide perché Platone nel dialogo Crizia lo menziona come metallo presente in Atlantide e usato per la decorazione del tempio di Poseidon nel misterioso continente.
Per secoli, quindi, gli esperti hanno dibattuto la composizione e l'origine del prezioso metallo. Oggi, alcuni studiosi suggeriscono che l'oricalco sia una lega simile all'ottone, ricavato nell'antichità con un processo di cementazione, ottenuta attraverso la reazione di un minerale di zinco, carbone e rame. L'ultima scoperta dei lingotti di oricalco, sepolti per quasi tre millenni sul fondo del mare, potrebbe finalmente svelare il mistero dell'origine e della composizione di questo enigmatico metallo.
Federica Vitale
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