Novità sui lontani parenti dell'uomo di Neanderthal. Il sequenziamento del genoma dell'uomo di Denisovan avviato nel 2010 con una risoluzione senza precedenti ha permesso di determinare i cambiamenti genetici che distinguono gli esseri umani moderni dai loro parenti arcaici.
Diverso dall'Homo sapiens e da quello di Neanderthal, questi ultimi caratterizzati da pelle chiara e capelli rossi, l'uomo di Denisovan è scuro e con i capelli castani. La scoperta della sua esistenza è piuttosto recente, risale al 2008 quando furono ritrovati dei resti in un sito della Siberia del Sud, la caverna di Denisova.
Le analisi di un team internazionale di ricercatori guidati da Svante Pääbo del Max Planck Institut di Antropologia Evolutiva di Lipsia, in Germania, mostrano che la variazione genetica dei Denisovans era estremamente bassa, suggerendo che anche se erano presenti in gran parte dell'Asia, la loro popolazione non rimase numerosa per lunghi periodi di tempo. Inoltre, un elenco completo documenta i cambiamenti genetici che distinguono gli esseri umani moderni dai loro parenti arcaici. Ma l'importanza della scoperta è legata al fatto che alcune di queste modifiche riguardano geni che sono associati alle funzioni cerebrali e allo sviluppo del sistema nervoso.
Nel 2010 Svante Pääbo e i suoi colleghi hanno sequenziato il DNA isolato da un frammento osseo di un dito scoperto nella grotta di Denisova nella Siberia meridionale. Tale resto apparteneva ad una ragazza di un gruppo sconosciuto di uomini arcaici, allora ribattezzati "Denisovans". Grazie ad una nuova tecnica che divide il DNA a doppia elica in modo che ciascuno dei suoi due filamenti possa essere utilizzato per il sequenziamento, la squadra ha potuto sequenziare ogni posizione nel genoma per circa 30 volte. La sequenza così generata aveva una qualità simile a quella dei genomi ricavati oggi dagli uomini.
Nel nuovo studio, Svante Pääbo ha confrontato il genoma Denisovan con quello dell'uomo di Neanderthal e di 11 esseri umani moderni provenienti da tutto il mondo.
Le loro scoperte confermano uno studio precedente in base al quale le popolazioni moderne dalle isole del sud-est asiatico hanno geni comuni con i Denisovans e che questi ultimi hanno trasmesso parte del loro patrimonio genetico anche alle moderne popolazioni indigene della Malesia, dell'Australia e dell'America del Sud. Essi condividono un po' più di geni con i Neanderthal rispetto alle popolazioni europee. In questo modo, sarà più semplice ricostruire il quadro delle dispersione degli ominidi che lasciarono l' Africa 400mila anni fa.
"Questa ricerca aiuterà a determinare in che modo le moderne popolazioni umane si siano espanse notevolmente per dimensioni e complessità culturale, mentre gli esseri umani arcaici diminuirono di numero fino ad estinguersi fisicamente" ha detto Svante Pääbo.
Lo studio è stato pubblicato su Science.
Francesca Mancuso