
Negli Stati Uniti, un giovane, Calvino Inman piange lacrime di sangue. Dopo Olivia, la giovane cilena che versava sangue al posto delle lacrime, anche Calvino, dal 2009 deve convivere con questo anomalo disturbo.

Lo Yeti esiste, arriva una nuova conferma. Tuttavia, il leggendario uomo delle nevi della catena dell'Himalaya non sarebbe affatto un essere umano ma un orso. Usando l'analisi del DNA prelevato da due campioni di peli diversi, il genetista Bryan Sykes dell'Università di Oxford ritiene di aver trovato la prova che si tratterebbe di un antico orso polare vissuto 40mila anni fa anche in Norvegia.

Bigfoot è reale. Basta chiedere ai ricercatori che hanno eseguito innumerevoli studi e ricerche con l'obiettivo di dimostrare le proprie convinzioni. E nuove foto e video farciti di immagini inedite sono stati resi noti nei giorni scorsi dal gruppo di ricerca Sasquatch Genome Project, dedito alla dimostrazione dell'esistenza di questi strani quanto inquietanti esseri.

Di tutti gli oggetti dell'universo, il cervello umano è il più complesso: in esso c'è un umero di neuroni quante sono le stelle della Via Lattea. Quindi, non è una sorpresa che, nonostante la conoscenza ottenuta grazie ai recenti progressi della scienza, ci troviamo ancora ad avere un bel po' di dubbi. Siamo ancora all'inizio del cammino per poter cogliere i misteri fondamentali della neuroscienza. Ecco, dunque, elencate dalla rivista LiveScience le 10 questioni che ancora avvolgono di mistero la nostra comprensione della massa cerebrale di circa tre chili che definisce chi siamo.

È la galleria dei misteri. Si trova tra Scillato e Tremonzelli, sulla A19 Palermo-Catania. Ma oltre ad trovarsi su un'importante arteria di collegamento fra i due capoluoghi siciliani, la galleria balza agli onori della cronaca per gli eventi non proprio usuali che vi accadono.

Per decenni Hollywood ha prodotto film sulla fine del mondo e su come, a volte, gli uomini coraggiosi riescono ad evitarla. Il 21 dicembre 2012 non si è avuto alcun uomo coraggioso, ma l'apocalisse prevista dai Maya ha tenuto col fiato sospeso scettici o meno.

Gli antichi popoli che hanno costruito Stonehenge scelsero il sito nell'odierna Wiltshire in virtù di un particolare legame con il Sole. In quello che viene descritto come il “pezzo mancante del puzzle” nella comprensione del più grande sito preistorico d'Inghilterra, gli scavi confermano la teoria che vorrebbe l'antico percorso processionale costruito lungo una morfologia glaciale, all'epoca associata all'asse del solstizio. A sostenerlo, il professor Mike Parker Pearson, uno dei maggiori esperti di Stonehenge.

Ricorre oggi l'anniversario di quell'11 settembre 2001 che rimarrà scolpito nella nostra mente, così come verrà riportato sui libri di scuola delle future generazioni. Inchiostro e parole scorrono da allora per cercare una motivazione. Mentre si dipanano nel tempo, oltre i quesiti, anche gli enigmi che si celano dietro tale data.