Il Triangolo delle Bermude ha inghiottito negli ultimi 165 anni navi e aerei in circostanze misteriose, mietendo più di 8 mila vittime. Ma ora i misteri potrebbero essere risolti. Una ricerca dell’Università Artica (Norvegia) sostiene che la causa scientifica di quelle scomparse potrebbe essere riconducibile a fuoriuscite di gas da crateri sottomarini, in analogia a quelli scoperti sul fondo del Mare di Barents, una parte del Mar Glaciale Artico a nord della Norvegia e della Russia, nei quali sono localizzati enormi depositi di gas metano.
L’aerea nota come Triangolo delle Bermuda è una zona dell’Oceano Atlantico settentrionale di forma ovviamente triangolare, i cui vertici sono il punto più meridionale della costa dell’arcipelago delle Bermuda (nord), il punto più occidentale dell’isola di Porto Rico (sud) e il punto più a Sud della penisola della Florida (ovest). Una zona infernale per navi e aerei, stando alle statistiche.
I crateri che circondano il fondo del mare sulla costa della Norvegia, nel tratto di mare noto come Mare di Barents, segnano aree dove enormi depositi di gas metano potrebbero essere esplosi. Lo studio di questi crateri, alcuni dei quali sono in realtà voragini di 46 metri di profondità e un 800 di larghezza, suggerisce che questi potrebbero essere stati causati da una fuoriuscita di gas sepolto nel profondo del mare.
Negli ultimi due anni, gli scienziati hanno quindi documentato che il metano effettivamente sgorga dal fondo del mare al largo delle coste degli Usa, sia da quella orientale che da quella dello stato di Washington e Oregon. L’anno scorso avevano inoltre già scoperto quattro altri fori nei tratti ghiacciati della Siberia, per un numero complessivo di sette crateri formati dopo l’eruzione di gas metano.
Il meccanismo di formazione del gas potrebbe essere dovuto alla decomposizione attiva dei crateri stessi, che trasformerebbe il ghiaccio di metano in metano, liberando il gas responsabile dei “vortici” sperimentati purtroppo da molti aerei e molte navi, e spiegherebbe la turbolenza avvertita spesso sui mezzi in volo in corrispondenza della zona.
I ricercatori hanno rivelato la scoperta al The Sunday Times. Voci in rete parlano in realtà di una possibile smentita dei ricercatori stessi, non confermata. Comunque ulteriori dettagli sulla scoperta saranno rilasciati il mese prossimo in occasione della riunione annuale della European Geosciences Union, che si terrà a Vienna il 17-22 aprile. Avremo presto, quindi, delle certezze.
Roberta De Carolis
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