Pochi giorni alla Pasqua e una primavera che tarda a far sentire i propri profumi, sebbene ufficialmente siamo entrati nella stagione della rinascita il 20 marzo. Tra tutte le festività, quella della Pasqua è legata alla cosiddetta Festa della Primavera ed entrambe sembrano avere radici antiche ed inestricabili.
In ogni epoca, infatti, le popolazioni hanno dedicato al culto di questa stagione come al giorno di Pasqua, dopo l'avvento del Cristianesimo, celebrazioni legate a diverse leggende, lontane nel tempo e nello spazio. E dappertutto, la Pasqua è legata al mito dell'amore, della morte seguita dalla rinascita, della fioritura primaverile della Natura dalla coltre fredda dell'inverno.
Per questo, i giorni che precedono o seguono l'equinozio di primavera, in attesa delle festività pasquali, sono anche tra i più ricchi di feste e cerimonie. E tutte celebrate da società del passato come del presente, con l'intento di voler onorare, attraverso simbologie, la resurrezione a nuova vita dopo il freddo dell'inverno.
La più antica festa di primavera di cui si è a conoscenza è Sham El Nessim, risalente a circa 4700 anni fa. Letteralmente significa "fiutare il vento" e, in Egitto, dove veniva festeggiata, cadeva il primo lunedì dopo la Pasqua. La ricorrenza era legata ai riti di fertilità che, dal Cristianesimo in poi, furono assorbiti in quelli pasquali. Ancora oggi, le festa si celebra seguendo l'antica simbologia che vuole le piazze e le strade delle città riempirsi di gente e di colori. Anche il cibo seguiva abitudini dettate dalla tradizione. Le uova, per esempio, simboleggiavano la Fenice e si confermavano come simbolo della rilasciata e del Cosmo.
I Celti, invece, erano soliti festeggiare Beltaine o “fuoco luminoso” perché dedicata al dio della luce. Questi festeggiamenti si svolgevano attorno a fuochi e falò. L'usanza voleva che il bestiame o i giovani passassero attraverso tali fuochi considerati purificatori e i ragazzi, così facendo, propiziavano la fortuna nella ricerca di una sposa. Mentre i viaggiatori erano sicuri di essere guidati nel proprio viaggio e le donne incinte speravano in un parto facile. Ruolo determinante era quello affidato ai druidi, i quali eseguivano rituali per benedire la terra affinché ricambiasse con i suoi frutti.
Spostandoci nel mondo anglosassone, le antiche feste primaverili si sono fuse in diverse celebrazioni cristiane. E se in Germania la Pasqua viene indicata dalla parola Oster, in Inghilterra si fa riferimento ad essa con il sostantivo Easter. Entrambi i nomi derivano dalla personificazione della primavera, Eostre. Simboli della festa, come noto, erano e sono conigli e uova. Eostre era la dea lunare, sposa di un dio solare, scomparso pochi giorni prima dell'equinozio di Primavera. Si sarebbe reincarnato in una nuova vita proprio grazie al seme del suo stesso figlio.
Terminiamo questa carrellata di antiche tradizioni legate alla Primavera in Grecia, con i Piccoli Misteri Eleusini. La festa celebrava un “arrivo”, volendo simboleggiare appunto il sopraggiungere della dea Demetra a Eleusi. Si propiziava, con questa festa, l'abbondanza del raccolto di grano e la liberazione dall'angoscia e dal dolore.
Federica Vitale
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