Manca un mese alla fine del mondo. La fatidica data predetta dai Maya, il 21 dicembre 2012, si avvicina inesorabile. Cosa succederà? Probabilmente niente. Ma sicuramente il mondo si fermerà a valutare qualsiasi anomalia, movimento, discordanza per trovarne un possibile collegamento con la fine imminente.
Basta dare un'occhiata ai fiumi d'inchiostro che sono stati versati per interpretare in maniera spesso fantasiosa il calendario maya, perdendo probabilmente di vista il fatto che quello sarà semplicemente un giorno come tanti altri. Anzi, una data di passaggio, proprio come prevedeva l'antica civiltà scomparsa. E così, le mille previsioni apocalittiche sul 2012 potrebbero finire col perdere quel barlume di veridicità che alcuni accreditavano loro.
Invasioni aliene, tempeste solari, eruzioni catastrofiche. Sono solo alcune delle cause che porteranno il mondo a scomparire. Tuttavia, nessuna teoria rigorosamente scientifica appoggia tali previsioni. Così, l'asteroide che potrebbe impattare con il pianeta avrebbe rimandato di circa tre mesi la suddetta collisione. Il 15 febbraio 2013, dunque, è la nuova data che potrebbe vedere uno scontro apocalittico distruggere, in tutto o in parte, il nostro pianeta. Ma c'è chi parla anche del 2020-2030. Per quell'epoca, dicono gli scienziati, esiste una discreta probabilità che un asteroide possa passare vicinissimo alla Terra. E se Nibiru, ovvero il pianeta X, è per alcuni l'asteroide in questione, per altri rappresenta la provenienza di un'invasione aliena. Punti di vista.
Non sono nemmeno pochi quanti vedono nella previsione catastrofica una proficua trovata commerciale. Non è raro vedere in circolazione kit di sopravvivenza o riserve di semi e di cibi a lunga conservazione. Sono in affitto anche bunker sotterranei. In Francia, ad esempio, esisterebbe un rifugio contro la fine del mondo. Si troverebbe sul monte Bugarach, a 1.231 metri di altezza. Secondo alcuni, questa località potrebbe essere l'unica risparmiata dalla catastrofe del 2012. Sono in molti quelli che stanno cercando di acquistare una casa nella zona per potersi salvare. Area che però sarà chiusa proprio in prossimità del 21 dicembre. Il picco si trova sui Pirenei e gli immobili presenti sul luogo hanno raggiunto prezzi improponibili.
Una storia che ricorda molto da vicino quella del gruppo di italiani rifugiati ormai da tempo nella penisola dello Yucatàn, nella patria dei Maya. Sono famiglie di origine italiana e fanno parte di un’associazione, la Quinta Essencia, di cui però non si sa molto, se non che cerca di preservare l’equilibrio ecologico del pianeta. Del gruppo associativo non viene fatto trapelare alcunché. Si sa solo che queste famiglie, dopo aver preso la cittadinanza messicana, hanno deciso di vivere all’interno del “rifugio delle aquile”, un gruppo di grandi ville attrezzate per l’arrivo dell’apocalisse, con porte e finestre a prova di esplosivo, tunnel sotterranei e rifugi.
Ma qual è il punto di vista della Nasa a riguardo? L'agenzia spaziale americana si accosta a tale profezia con un piglio più realistico. Riguardo Nibiru, per esempio, dopo averlo declassato da pianeta ad asteroide, si affretta a confermare le voci che la possibile collisione con la Terra non avverrà il 21 dicembre. Più volte negata, altre volte confermata, l'identità di Nibiru è avvolta dal mistero.
E se la fine del mondo venisse dal Sole? Le tempeste solari hanno ciclo regolare, i cui picchi si verificano ogni 11 anni. Le eruzioni di plasma solare possono causare interruzioni nelle comunicazioni satellitari, sebbene gli studiosi siano occupati a produrre dispositivi sempre più sofisticati con il compito di proteggerci. Questo 2012, di tempeste ed eruzioni, ne ha subite tante. Il picco però si attende per il 2013. Ecco che anche questa volta la fine del mondo non sarebbe in programma per dicembre.
Con buona pace dei Maya, dunque, tra smentite e conferme, il prossimo mese nulla di quello che noi abbiamo letto nella profezia di quest'antica civiltà dovrebbe verificarsi. Non dimentichiamo, infatti, che i Maya vedevano nel 21 dicembre un inizio e non una fine. Forse, suggestionati da fenomeni sempre meno prevedibili e sempre più dolorosi, ci siamo ritrovati nel leggere in tale profezia una fine dove, effettivamente, non vi è.
Federica Vitale
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