Il Daniel K. Inouye Solar Telescope ha appena regalato alla scienza un risultato straordinario: per la prima volta, abbiamo tra le mani delle mappe dettagliate dei campi magnetici della corona del Sole. Ma cosa vuol dire davvero? Significa che siamo di fronte a un passo avanti enorme nella comprensione della nostra stella. Parliamo di tempeste solari che possono mandare KO i satelliti, le reti elettriche e persino i nostri amati smartphone.
La corona, lo strato più esterno dell’atmosfera solare, è il punto in cui accadono cose davvero complesse. Venti solari, espulsioni di massa coronale, tutti quei fenomeni che, se arrivano a noi, possono scatenare tempeste geomagnetiche in grado di creare problemi enormi alle infrastrutture tecnologiche.
Tom Schad, del National Solar Observatory (NSO), ha guidato questa ricerca, pubblicata su “Science Advances”, che ha rappresentato un passo gigantesco verso la comprensione del cosiddetto “meteo spaziale”, ossia l’insieme dei fenomeni atmosferici e magnetici che avvengono nello Spazio e che possono avere un impatto devastante sulla Terra, nonostante la distanza.
Un esempio classico? Le espulsioni di massa coronale: imponenti esplosioni di plasma solare che possono raggiungere il nostro pianeta e causare vere e proprie tempeste geomagnetiche. E non è fantascienza. Ma il problema più grande, finora, è stato proprio misurare queste forze magnetiche. Ora, grazie all’Inouye, situato sull’Haleakalā, un vulcano delle Hawaii, tutto questo sta cambiando.
Le prime mappe magnetiche della corona: una nuova era per la fisica solare
Fino ad ora misurare i campi magnetici della corona era quasi impossibile. I telescopi precedenti non riuscivano a captare segnali così deboli, e le osservazioni più dettagliate si potevano fare solo durante le eclissi solari. Ma con l’arrivo dell’Inouye, tutto cambia: grazie alla coronagrafia (una tecnica che crea eclissi artificiali), ora possiamo osservare la corona solare ogni volta che vogliamo. Niente più attese millenarie per il prossimo allineamento Sole-Luna.
L’effetto Zeeman, che permette di misurare i campi magnetici attraverso la luce, ha fatto il resto. E con l’ausilio del Cryo-Nirsp, uno spettropolarimetro criogenico super evoluto, è stato possibile tracciare queste mappe magnetiche con una precisione mai vista prima. In pratica, ora possiamo “vedere” quello che prima era invisibile.
Sapere in anticipo quando potrebbe verificarsi una tempesta solare, o capire come queste potenti esplosioni energetiche influenzano la nostra atmosfera, potrebbe fare la differenza tra un blackout totale e una giornata normale. Con il Daniel K. Inouye Solar Telescope stiamo finalmente imparando a leggere quello che il Sole ci sta dicendo da miliardi di anni. E forse, per una volta, potremo anticipare le sue mosse.