Rientro incontrollato per il satellite ERS-2: la data prevista per lo schianto sulla Terra

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ERS-2 satellite
©ESA

In una notte che potrebbe entrare nella storia dell’esplorazione spaziale, il cielo si prepara ad accogliere il rientro finale di un veterano dei cieli: il satellite ERS-2 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Previsto per il 19 febbraio 2024, questo evento non è soltanto un appuntamento astronomico ma il capitolo conclusivo di una missione che ha rivoluzionato la nostra percezione del pianeta Terra. L’incertezza di 1,5 giorni sulla previsione del suo rientro, dovuta alla capricciosa attività solare che affetta la densità atmosferica, aggiunge un velo di mistero sull’esatto momento in cui ERS-2 concluderà il suo viaggio decennale attraverso lo spazio.

Dopo aver terminato la sua missione operativa nel 2011, l’ESA ha iniziato il processo di deorbitazione del satellite per facilitarne il rientro. Lanciato nel 1995, ERS-2 ha lavorato a fianco del suo predecessore ERS-1, diventando uno degli strumenti di osservazione della Terra più avanzati dell’epoca. Dotati di tecnologie all’avanguardia, come il radar ad apertura sintetica, l’altimetro radar e sensori per la misurazione di vari parametri ambientali, i satelliti ERS hanno giocato un ruolo fondamentale nel monitoraggio dei cambiamenti climatici e nella gestione di disastri naturali.

ERS-2, in particolare, è stato equipaggiato con un sensore dedicato al monitoraggio dell’ozono atmosferico, contribuendo in modo significativo alla comprensione di fenomeni come lo scioglimento dei ghiacci polari e l’innalzamento del livello del mare. Le innovazioni introdotte da questi satelliti hanno preparato il terreno per missioni successive, come Envisat e la serie Sentinel Copernicus, migliorando continuamente le capacità di osservazione della Terra.

Un’eredità che persiste nel tempo

Il contributo di ERS-2 allo sviluppo della tecnologia radar e al monitoraggio dell’ozono atmosferico ha lasciato un segno indelebile nel campo dell’osservazione terrestre. Le tecnologie sviluppate e i dati raccolti hanno fornito una base solida per missioni future, dimostrando l’importanza di continuare a innovare e migliorare i nostri strumenti di osservazione del pianeta.

Con il rientro imminente di ERS-2, l’ESA dimostra ancora una volta il suo impegno verso la sicurezza orbitale, riducendo il rischio di collisioni e monitorando attentamente il decadimento orbitale del satellite. Questo evento non solo segna la conclusione di un capitolo importante nella storia dell’osservazione della Terra ma sottolinea anche l’importanza di una gestione responsabile degli oggetti spaziali dismessi.