Registrato forte brillamento solare di classe M9.5: quali conseguenze per la Terra?

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brillamento solare di classe M9.5:
©NASA/SDO

Il 1° maggio, l’osservatorio Solar Dynamics della NASA ha documentato un’intensa emissione energetica dal Sole, identificata come un brillamento solare di classe M9.5. Questo evento, molto vicino alla potente categoria X, ha generato significative conseguenze sulla Terra, in particolare causando un blackout delle comunicazioni radio a onde corte su ampie aree dell’Oceano Pacifico.

Durante il picco del brillamento, avvenuto alle 01:45 ora italiana, i navigatori marittimi e i radioamatori hanno potuto osservare una perdita di segnale al di sotto dei 20 MHz. Questa interruzione è durata circa trenta minuti, un fenomeno causato dall’ionizzazione della stratosfera terrestre, come riportato da SpaceWeather.com. Attualmente, gli esperti stanno analizzando le immagini per confermare se l’evento abbia anche provocato un’espulsione di massa coronale (CME) e se la Terra si trova nella traiettoria di tale fenomeno.

Cosa sono i brillamenti solari

I brillamenti solari sono violenti rilasci di energia che avvengono nelle regioni magneticamente attive del Sole. Questi eventi possono liberare una grande quantità di luce, radiazioni ultraviolette e particelle cariche nello spazio. Classificati per la prima volta da Richard Carrington nel 1859, i brillamenti sono misurati in base a una scala logaritmica con categorie da X1 a X9, dove un brillamento X2 rilascia il doppio dell’energia di un X1.

Le espulsioni di massa coronale, note anche come CME, consistono nel rilascio di plasma dalla corona solare, spesso associate a brillamenti solari. Questi fenomeni possono trasportare miliardi di tonnellate di materiale solare a velocità incredibili, causando disturbi elettromagnetici quando interagiscono con il campo magnetico terrestre. Le CME possono interrompere le comunicazioni, danneggiare satelliti, e provocare aurore spettacolari nonché tempeste geomagnetiche che minacciano le reti elettriche terrestri. Il monitoraggio continuo di questi fenomeni è essenziale per comprendere i loro effetti e prevenire danni alle infrastrutture tecnologiche e alle reti di comunicazione globale.