Nucleare. È caos sullo studio riguardante le cosiddette reazioni piezonucleari. Da molti sono considerate alla stregua di bufale, impossibili da realizzare, ma nel corso di un convegno svoltosi di recente in occasione della giornata di studio “L’atomo inesplorato”, il Presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica ha presentato una relazione su tali reazioni, spiegando che in futuro potrebbero produrre energia senza dar luogo a radiazioni e scorie.
Un miracolo energetico che per certi aspetti ricorda quello dell’E-Cat, lo strumento di Andrea Rossi, che utilizza nichel e idrogeno per produrre energia termica, ancora segreto e sconosciuto al mondo scientifico.
Durante la conferenza internazionale, il Prof. Alberto Carpinteri, Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso il Politecnico di Torino e Presidente dell’INRIM, aveva dunque presentato uno studio sulle reazioni piezonucleari, una delle ultime frontiere nello studio della produzione di energia nucleare pulita.
Come spiega una nota, tali reazioni sono legate ai fenomeni di fissione, vale a dire di separazione, dei nuclei di elementi leggeri (con numero atomico pari o inferiore a quello del ferro), e producono energia senza emissione di raggi gamma e senza scorie radioattive. Secondo gli esperti, esse sono state scoperte grazie all’emissione dei neutroni che generano, e sono indotte da onde di pressione sia nei liquidi che nei solidi.
Ma c’è di più. Stando a quanto sostengono Carpinteri ed il suo team, il rilevamento di questo tipo di reazioni nel sottosuolo potrebbe essere indizio di movimenti che a loro volta potrebbero causare fenomeni sismici e tellurici, prevedibili anche con un anticipo di 10 giorni. E in un momento come questo, col terremoto in Emilia che ancora non accenna a concludersi, tali dichiarazioni farebbero ben sperare.
Numerosi sarebbero anche i vantaggi per l’ambiente visto che il sistema potrebbe essere utile per stimare il carbonio presente nell’atmosfera, per valutare i livelli di inquinamento e l’accelerazione del decadimento delle scorie radioattive. Come? In quest’ultimo caso, secondo gli esperti, gli ultrasuoni della reazione piezonucleare potrebbero accelerare il tempo di decadimento delle scorie.
Inoltre, lo stato attuale delle ricerche permetterebbe anche di ipotizzare l’utilizzo di questi elementi leggeri e non radioattivi per la produzione di energia pulita. Ma oltre 750 ricercatori italiani sono scesi in campo rivolgendo un appello al Ministero dell’Istruzione al fine di “verificare se corrispondono al vero le affermazioni che si intende porre tra le priorità dell’attività dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) lo studio delle reazioni piezonucleari“.
Secondo quanto si legge in una nota dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica sarebbe stata verificata sperimentalmente la presenza delle cosiddette reazioni piezonucleari: “L’esperimento è stato effettuato tramite una pressa, al cui interno è stato inserito un campione di pietra di Luserna. Sottoposto a compressione e portato fino al punto di rottura, si è appurato come abbia emesso una quantità di neutroni 100 volte superiore al fondo naturale. Il test si è avvalso di due rivelatori, per avere la massima certezza possibile circa il risultato ottenuto“.
Ma non tutti sono d’accordo, neanche all’interno dello stesso Inrim. Di recente, infatti, sul sito arXiv nove dirigenti di ricerca INRIM hanno pubblicato un commento che direbbe il contrario, ossia che i dati sperimentali che secondo Carpinteri “convaliderebbero l’effetto di trasmutazione legato all’effetto piezonucleare, siano il frutto di grossolana manipolazione” e per questo vadano considerati “falsi”.