Il 5 gennaio 2024 potrebbe essere una giornata critica per l’attività solare. Secondo quanto riportato da Spaceweather.com, un portale di riferimento per il meteo spaziale, esiste la possibilità che il Sole emetta brillamenti di Classe M e Classe X, i più potenti tra le categorie di eruzioni solari. Le previsioni indicano un rischio del 40% per i brillamenti di Classe M e del 15% per quelli di Classe X. L’eventualità di tali fenomeni, originati da specifiche macchie solari, potrebbe causare sul nostro pianeta blackout radio di lunga durata, soprattutto nelle frequenze HF (alta frequenza).
L’impatto dei brillamenti solari sulla tecnologia terrestre
La NOAA, l’agenzia federale statunitense che si occupa del monitoraggio delle condizioni meteorologiche, atmosferiche, oceaniche e spaziali, descrive i brillamenti solari come intense eruzioni di radiazioni elettromagnetiche che possono durare da alcuni minuti a diverse ore. Questi eventi, che si verificano quando l’energia magnetica accumulata nell’atmosfera solare si libera improvvisamente, hanno effetti immediati sulle comunicazioni radio terrestri, poiché l’energia rilasciata viaggia alla velocità della luce. Un esempio è il brillamento di Classe X 2.8 del 15 dicembre 2023, che ha causato un notevole blackout radio sulle Americhe. Fortunatamente, non ci sono state conseguenze gravi come tempeste solari nei giorni successivi.
I brillamenti sono più frequenti in prossimità di macchie solari, specialmente quelle con campi magnetici instabili, come quelli beta-gamma. Attualmente, ci sono quattro grandi gruppi di macchie sul Sole, e tre di essi presentano questa particolare configurazione magnetica. La turbolenza di queste aree e la riconnessione dei campi magnetici aumentano la probabilità di eruzioni solari, come quelle previste per oggi.
Classificazione e potenza dei brillamenti solari
I brillamenti solari sono classificati in base alla loro energia e luminosità nei raggi X, con categorie che vanno da A, B, C, M a X, queste ultime rappresentando le eruzioni più intense. Ogni salto da una classe all’altra significa un aumento di potenza di dieci volte. Per esempio, un brillamento di Classe M è mille volte più potente di uno di Classe A. Ogni classe è ulteriormente suddivisa in sottocategorie numeriche, da 1 a 9. I brillamenti di Classe X, i più potenti, non hanno un limite superiore, come dimostra il record di un brillamento X45 avvenuto il 4 novembre 2003.
Oltre ai blackout radio, i brillamenti solari possono generare fenomeni ad alta energia come le espulsioni di massa coronale (CME), che danno origine al vento solare. Quest’ultimo, interagendo con la magnetosfera terrestre, può causare tempeste geomagnetiche e spettacolari aurore polari. In caso di impatti intensi, come quelli di una tempesta solare di classe G5, si potrebbero verificare danni gravi a reti elettriche, connessioni internet, sistemi di navigazione satellitare e altri dispositivi tecnologici, con potenziali ripercussioni a lungo termine.