Potremmo aver trovato un modo per prevedere pericolose tempeste solari prima che si verifichino

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eruzione solare
©NASA

Il meteo spaziale può essere tanto affascinante, come le incredibili aurore viste in tutto il mondo a maggio, quanto pericoloso, poiché può danneggiare temporaneamente o perfino permanentemente la tecnologia. Prevedere il meteo spaziale è quindi di cruciale importanza. Recentemente, i ricercatori hanno riportato una migliore comprensione delle espulsioni di massa coronale, un avanzamento fondamentale per comprendere il tipo di pericoli futuri.

Le espulsioni di massa coronale (CME) sono potenti esplosioni di campo magnetico e plasma dal Sole. Questo plasma, costituito da particelle cariche, quando colpisce la Terra e interagisce con la magnetosfera terrestre, può causare tempeste geomagnetiche, talvolta mandando in tilt satelliti e altre tecnologie. Le particelle, trasportate dal campo magnetico verso le regioni polari, colpiscono l’atmosfera creando splendide aurore.

L’elemento fondamentale per prevedere l’intensità di una tempesta solare è la velocità delle CME dopo la loro eruzione dal Sole. Questa velocità è generalmente misurata una volta che la CME è stata rilasciata. Ora, gli scienziati hanno trovato un modo per prevedere la velocità dell’evento prima dell’eruzione.

Come prevedere la velocità delle CME prima dell’eruzione

La dottoressa Harshita Gandhi, fisica solare presso l’Università di Aberystwyth, ha spegato:

La possibilità di osservare le CME prima che eruttino dal Sole risiede nell’analisi dell’evoluzione delle regioni di origine.

Gandhi e il suo team hanno studiato queste “regioni attive” sul Sole, dove nascono le CME. Hanno misurato le proprietà della regione prima, durante e dopo il rilascio di una CME, riuscendo a stimare un parametro chiamato “altezza critica”. Oltre tale altezza, il campo magnetico diventa instabile, portando all’emissione di una CME. Hanno scoperto che questa altezza è collegata alla velocità.

La maggiore è l’altezza critica nella corona nella tua regione attiva, più veloce sarà la velocità della CME che ti aspetteresti da quella regione attiva.

Stimando l’altezza, è possibile prevedere la probabile velocità della CME e, quindi, fare previsioni su quanto possa diventare pericolosa una determinata CME. Il Sole è continuamente monitorato dalle agenzie spaziali di tutto il mondo, quindi non dovrebbe essere troppo complicato implementare questo tipo di stime dei parametri.

Ma non è tutto. Per migliorare queste previsioni, il team intende aggiungere un altro parametro: la forza del campo magnetico. Questo aiuterà a rafforzare la stima della velocità. Questa ricerca non solo amplia la nostra conoscenza del Sole, ma migliora anche le nostre capacità di previsione del meteo spaziale, il che è vitale in un mondo tecnologico, specialmente se dovessimo mai affrontare di nuovo un evento di livello Carrington.