Un evento straordinario sta per accadere nei cieli: una pioggia di detriti spaziali si sta dirigendo verso la Terra. Si tratta di venti satelliti della costellazione Starlink, progettati per fornire connessioni internet globali e appartenenti a SpaceX. Il 12 luglio 2024, questi satelliti sono stati lanciati su un’orbita sbagliata a causa di un guasto al motore del razzo Falcon 9, anch’esso di SpaceX.
Il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad) ha confermato che due di questi satelliti sono già rientrati nell’atmosfera. Per gli altri diciotto, il rientro è previsto nelle prossime ore. Tuttavia, l’astrofisico Jonathan McDowell dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics sospetta che siano già rientrati senza essere stati rilevati. Su X, diversi testimoni hanno segnalato avvistamenti di frammenti nei cieli di Cile e Argentina. Fortunatamente, non c’è alcun allarme e non si prevede alcun rischio per le persone.
Rientri spaziali: non solo Starlink
Oltre ai satelliti Starlink, altri veicoli spaziali stanno rientrando sulla Terra. Il grande cargo Cygnus della Northrop Grumman, dopo una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale per la NASA, sta rientrando in modo controllato, con i suoi frammenti destinati a cadere in aree sicure come l’oceano Pacifico. Al contrario, lo stadio superiore del razzo cinese Lunga Marcia è rientrato in modo non controllato nel nord della Thailandia, suscitando preoccupazioni.
Luciano Anselmo, esperto di dinamica spaziale dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha spiegato all’ANSA che è plausibile che i venti satelliti Starlink rientrino nell’atmosfera terrestre contemporaneamente:
Quando questi satelliti vengono immessi in un’orbita sbagliata, la procedura da seguire è quella di farli rientrare al più presto.
SpaceX ha certificato alle autorità americane che il rischio di impatto per la popolazione è minimo, inferiore a una vittima su 10.000. Nel 2024, alcuni rientri spaziali hanno attirato particolare attenzione. La sonda Peregrine dell’azienda americana Astrobotic, che avrebbe dovuto raggiungere la Luna, ha dovuto rientrare il 18 gennaio a causa di un problema tecnico, bruciando nell’atmosfera sopra il Pacifico. Il 21 febbraio, il satellite europeo per l’osservazione della Terra Ers-2 ha avuto un rientro incontrollato nel Pacifico settentrionale, tra l’Alaska e le Hawaii.