I ricercatori sono continuamente impegnati nella ricerca per migliorare le possibilità di catturare l’energia solare, in modo da rendere più efficiente l’alimentazione delle industrie, delle città, dei paesi più remoti, ma anche per scopi militari. Questi ultimi, infatti, hanno bisogno di grossi quantitativi di carburante per le loro operazioni. In realtà, il consumo di petrolio del Pentagono è uno dei più ingenti al mondo e, con l’aumento dei prezzi del carburante, l’esercito sta cercando altre opzioni energetiche. Pertanto, negli Stati Uniti, i ricercatori del Naval Research Laboratory stanno cercando di sfruttare l’energia solare direttamente dallo spazio e inviarla alla base militare operante in remoti villaggi sperduti.
Sono circa 4,6 miliardi i litri di carburante di cui ha bisogno l’esercito all’anno. E, quando si lavora in aree remote, soddisfare le richieste di combustibile diventa difficile e comporta anche dei rischi. Normalmente, vengono utilizzati dei generatori; mentre il trasporto avviene tramite mezzi su strada o con paracadute. Operazione, questa, molto pericolosa e anche costosa.
L’ingegnere Paul Jaffe e i ricercatori del NRL hanno progettato e testato due moduli di laboratorio satellitare dotati di pannelli per sfruttare l’energia solare. Questi moduli sono quattro volte più produttivi di quelli terrestri. Il cosiddetto satellite “sandwich” sarà provvisto, dunque, di pannelli fotovoltaici per catturare l’energia solare sul suo strato superiore. Mentre lo strato intermedio del modulo sarà costituito da sistemi elettronici che trasformeranno l’energia solare in frequenza radio. Questa, poi, verrà indirizzata direttamente verso la destinazione terrestre da un’antenna al livello inferiore del modulo. Un altro modulo modificherà la struttura a sandwich in cui i pannelli solari dovranno necessariamente aprirsi per aumentare la superficie di assorbimento dell’energia solare senza surriscaldarsi.
Per assemblare tali moduli nello spazio, lo Space Robotics Group del NRL starebbe progettando alcuni robot da impiegare nell’assemblaggio di numerosi moduli sandwich, tali da formare un potente satellite della lunghezza stimata di un chilometro.
L’uso della radiofrequenza come fonte di potenza di carico è nuova, visto che finora era stata utilizzata per la comunicazione radio, dei cellulari e TV. Secondo l’NRL, la raccolta di energia solare proveniente direttamente dallo spazio ha molti vantaggi. A differenza dei pannelli solari terrestri, infatti, che si rivelano meno efficaci nei giorni di pioggia o nuvolosi o, ancora, di notte, questi problemi non influiranno sulle prestazioni nei pannelli collocati nello spazio. E, inoltre, potranno funzionare senza pausa.
L’idea del satellite per catturare la radiazione solare dallo spazio non solo ha colpito l’esercito degli Stati Uniti, ma anche molte altre organizzazioni sono impazienti di vedere finalmente all’opera tale produzione di energia. La giapponese Shimizu Corporation progetta di costruire una cinghia solare denominata Moon Ring, posizionata sulla Luna che trasmetterà alla Terra l’energia solare assorbita.
Quella dell’energia solare satellitare, quindi, sembra avere un futuro promettente.