Orionidi. È merito di Giove se nel mese di ottobre possiamo assistere ad una intensa pioggia di stelle cadenti legata al passaggio delle Orionidi. A dimostrarlo una simulazione realizzata dall’astrofisico Aswin Sekhar, dell’Armagh Observatory, in Gran Bretagna.
Secondo l’esperto, le stelle cadenti d’autunno sarebbero legate all’influenza che in passato il pianeta più grande del nostro sistema solare ha esercitato sull’orbita della cometa di Halley, la cosiddetta risonanza. Così ha effettuato una simulazione dell’orbita della cometa nei passati 12mila anni e nei prossimi 15mila.
E Sekhar non ha avuto dubbi. Giove esercita una grossa influenza non solo sull’orbita della cometa ma anche sui detriti che lascia lungo la sua scia, questi ultimi responsabili delle periodiche esplosioni di attività nelle Orionidi.
Secondo quanto spiegano gli esperti dell’INAF, la cometa di Halley compie un’orbita attorno al Sole in media ogni 75-76 anni: “Quando il suo nucleo si avvicina al Sole, si riscalda e rilascia gas e polveri che formano la sua coda spettacolare. Questo ‘degassamento’ lascia una scia di detriti lungo l’orbita della cometa“.
La Terra attraversa il percorso di Halley due volte all’anno. Tale passaggio si manifesta ai nostri occhi con le stelle cadenti Orionidi, che abbiamo ammirato anche lo scorso ottobre e le Aquariids, che vedremo a maggio.
La conseguenza più immediata dell’ipotesi dell’astronomo riguarda dunque la pioggia di meteore e la loro quantità variabile. Spiega Sekhar: “Ciò significa che le briciole della cometa di Halley non sono distribuite in modo uniforme lungo l’orbita della cometa”.
Secondo l’INAF, quando l’orbita della Terra si trova a contatto con questi agglomerati di detriti la pioggia di meteore che si scontra con l’atmosfera del nostro pianeta è più intensa e lo spettacolo delle stelle cadenti è più bello del solito, come avvenne circa 20 anni fa, nel 1993.