Recentemente, il team di astronomi ha portato alla luce uno dei segreti meglio custoditi della nostra galassia: una colossale struttura di nubi gassose, denominata Onda di Radcliffe, che si estende lungo il braccio di spirale della Via Lattea. Questa straordinaria formazione, scoperta grazie a una ricerca pubblicata su Nature, si rivela non solo per la sua forma ondulatoria ma anche per il suo movimento unico, paragonabile a quello di un’onda umana in uno stadio di calcio.
L’origine di questa rivelazione risale al 2018, quando João Alves collaborò con Catherine Zucker e Alyssa Goodman presso il Center for Astrophysics Harvard & Smithsonian. Utilizzando i dati della missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea e una tecnica innovativa di mappatura tridimensionale della polvere, ideata da Doug Finkbeiner, professore a Harvard, il gruppo ha individuato un modello che ha condotto alla scoperta dell’Onda di Radcliffe nel 2020. Questa struttura, lunga 9.000 anni luce e situata a soli 500 anni luce dal Sole, appare come una gigantesca onda che si muove e ondeggia nel tempo, un po’ come l’onda fatta dai tifosi negli stadi. Ciò che rende speciale l’Onda di Radcliffe è la sua vicinanza e dimensione, facendola diventare la struttura gassosa più grande mai scoperta così vicino a noi.
L’impatto della gravità sulla danza celeste
Il successivo step nella comprensione di questo fenomeno si è avuto nel 2022, quando, grazie a una versione aggiornata dei dati Gaia, è stato possibile attribuire movimenti tridimensionali agli ammassi stellari facenti parte dell’Onda di Radcliffe. La ricerca ha mostrato che gli ammassi stellari all’interno dell’Onda si muovono su e giù, creando un effetto ondulatorio che attraversa la Via Lattea. Questo movimento è guidato dalla gravità della nostra galassia, un po’ come la gravità terrestre che ci tiene ancorati al suolo. La capacità di tracciare questo movimento ha permesso agli scienziati di comprendere meglio come la materia si muove e si forma nell’universo.
La scoperta dell’Onda di Radcliffe apre nuove porte alla comprensione della Via Lattea e delle dinamiche che governano le galassie. Gli astronomi ora si pongono domande più profonde: Cosa ha causato la formazione dell’Onda? Perché si muove in questo modo particolare? Le risposte potrebbero rivelare nuovi dettagli sulle forze cosmiche in gioco, come le esplosioni di stelle massicce o le interazioni con altre galassie. Curiosamente, non sembra che una grande quantità di materia oscura sia necessaria per spiegare il movimento dell’Onda, suggerendo che la gravità esercitata dalla materia ordinaria, quella che compone stelle, pianeti e noi stessi, sia sufficiente a guidare questi fenomeni galattici.
Ralf Konietzka, autore principale dello studio e dottorando presso la Kenneth C. Griffin Graduate School of Arts and Sciences di Harvard e il CfA, sottolinea l’importanza di questa scoperta per comprendere non solo il movimento dell’Onda ma anche le forze che ne determinano l’oscillazione. La scoperta solleva interrogativi sulla presenza di strutture simili in altre parti della Via Lattea e in altre galassie, indicando un universo ancora più dinamico di quanto precedentemente immaginato. La ricerca sull’Onda di Radcliffe non solo arricchisce la nostra comprensione del vicinato cosmico ma stimola anche domande fondamentali sulla natura delle galassie e sui processi che ne definiscono la struttura.