L’universo, impossibile da registrare su carta perché continua inarrestabile nel suo processo di espanzione. Questa scoperta, effettuata da Saul Perlmutter, Brian Schmidt e Adam Riess, è valsa loro il Premio Nobel per la Fisica 2011.
La scoperta in realtà è iniziata nell 1995, anno delle prime pubblicazioni, che curiosamente è anche quello in cui fu scoperto il primo esopianeta. Merito del terzetto è aver notato che l’universo non solo si espande ma la sua espansione avviene a un ritmo accelerato.
Saul Perlmutter, del Lawrence Berkeley National Laboratory, già nel 1988 aveva iniziato la sua ricerca nall’interno del progetto sulla Cosmologia e le supernoave. Schmidt e Riess, insieme, sei anni dopo portarono avanti una simile iniziativa nell’ambito del Gruppo di ricerca sulle supernovae High-z. Gli ultimi due oggi lavorano presso la Johns Hopkins University e lo Space Telescope Science Institute.
I due gruppi di lavoro sono giunti così alla medesima considerazione. Dopo aver scoperto più di 50 supernovae del tipo IA, le luci più lumonose dell’universo, ma anche le più distanti, hanno notato che le esplosioni stellari erano molto meno luminose rispetto al previsto. Immediata la conclusione: l’universo continua ad espandersi, e il suo moto è generato da un qualcosa, che oggi è possibile solo ipotizzare, e che per gli esperti potrebbe essere l’energia oscura. Quest’ultima costituirebbe il 70percento dell’universo.
Emozionati e increduli i vincitori. Schmidt in un primo momento aveva creduto che si trattasse di uno scherzo: “Il mio primo pensiero è stato: ‘caspita, i miei studenti sono proprio bravi a imitare l’accento‘“, ha raccontato. “Mi sono sentito come quando è nato il mio primo figlio. Mi tremavano le ginocchia e, come dire, ero senza parole“.
“Questa scoperta ha due caratteristiche che la rendono particolarmente interessante” ha commentato Enrico Cappellaro, direttore dell’INAF- Osservatorio di Padova. “La prima è la scoperta dell’inaspettato. L’idea, infatti, era di capire se l’Universo si espandesse sempre con la stessa velocità, o se invece stesse rallentando: queste erano le sole due opzioni che ci si aspettava di riscontrare. Si scoprì invece che l’Universo accelera. Un fatto inaspettato che è stato capito e riconosciuto, una capacità che rappresenta uno degli aspetti più interessanti di questa scoperta. La seconda caratteristica, che penso sia la ragione vera del premio, è che ha aperto un mondo: il dato di fatto è che l’Universo accelera, ma non abbiamo idea del perché. Abbiamo tutto un mondo nuovo da scoprire, che non coinvolge solo l’astrofisica ma anche la fisica di base.”
Ma resta un’ipotesi da esaminare ancora, soprattutto secondo l’astrofisica Margherita Hack, secondo cui quanto asserito dai neopremiati Nobel è affascinante ma da verificare, considerato che si parla di corpi celesti lontani più di sei miliardi di anni luce.