NASA, Voyager 1 sta inviando dati alla Terra per la prima volta in 5 mesi

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Voyager 1 NASA
©NASA/JPL-Caltech

Per la prima volta in cinque mesi, i tecnici della NASA hanno ricevuto dati decifrabili da Voyager 1, grazie a una soluzione creativa ideata per risolvere un problema di comunicazione con la sonda spaziale più lontana dell’umanità, attualmente posizionata a circa 24 miliardi di chilometri dalla Terra.

Lanciata 46 anni fa, Voyager 1 ha manifestato vari segni di invecchiamento negli ultimi anni. Il problema più recente è emerso a novembre 2023, quando l’unità di modulazione della telemetria del sistema di dati di volo ha iniziato a trasmettere un pattern di codice ripetitivo e indecifrabile. Da allora, nonostante la sonda continuasse a inviare un segnale radio costante, questo non conteneva dati utilizzabili.

Il 20 aprile, il team di missione ha ricevuto i primi dati coerenti sullo stato e la salute dei sistemi ingegneristici di Voyager 1. Anche se l’analisi è ancora in corso, i primi risultati indicano che la sonda è in buone condizioni di funzionamento. Linda Spilker, scienziata del progetto Voyager presso il JPL, ha espressamente dichiarato:

Oggi è stata una giornata fantastica per Voyager 1. Siamo nuovamente in comunicazione con la sonda e attendiamo con impazienza il ritorno dei dati scientifici.

La scoperta e la risoluzione del problema

La risoluzione è stata il risultato di una serie di tentativi e di un’indagine accurata che ha portato alla scoperta di un singolo chip difettoso. Dopo aver inviato un comando il 1° marzo per eseguire diverse sequenze software e isolare il problema, il team ha identificato il 3 marzo una parte di dati che si distingueva dal resto. Grazie agli sforzi di un ingegnere della Deep Space Network di NASA, è stato possibile decodificare il segnale che includeva una lettura completa della memoria del sistema di dati di volo.

Si è scoperto che il 3% della memoria era corrotto a causa di un chip danneggiato, che potrebbe essere stato logorato o colpito da una particella energetica dello spazio. Incapaci di riparare il chip, i tecnici hanno deciso di spostare il codice interessato in altre aree della memoria, suddividendolo in sezioni e aggiornando i riferimenti necessari per il loro corretto funzionamento.

Dopo aver riallocato il codice necessario per l’elaborazione dei dati ingegneristici, il 18 aprile è stato inviato un segnale radio a Voyager 1, che ha impiegato 22,5 ore per raggiungere la sonda. La risposta, ricevuta il 20 aprile, ha confermato il successo della modifica del codice. Nei prossimi giorni, il team continuerà a spostare altre parti del software interessate. Le sonde Voyager, progettate originariamente per una missione di cinque anni e lanciate nel 1977, continuano a inviare dati preziosi dallo spazio interstellare, oltre la heliosfera. Suzanne Dodd, manager del progetto Voyager, è rimasta affascinata dalla resilienza delle sonde:

Non sappiamo mai cosa accadrà con i Voyager, ma è sorprendente come continuino a funzionare.

Voyager 2, che sta operando normalmente, si trova a oltre 20,3 miliardi di chilometri dalla Terra. La missione prosegue grazie al contributo di ingegneri più giovani che portano nuove conoscenze e idee.