Nel panorama dei numerosi satelliti di Giove, Amaltea occupa una posizione di rilievo nonostante le sue dimensioni relativamente modeste. Scoperto nel 1892 dall’astronomo americano Edward Emerson Barnard, che è noto anche per la scoperta della stella di Barnard e diverse nebulose oscure, Amaltea è il quinto satellite per dimensioni del gigante gassoso, ma il primo tra quelli non galileiani. Di forma irregolare, quasi simile a una patata, Amaltea misura circa 250 km nel suo punto più lungo e 128 km nel più stretto. Le indagini gravitazionali eseguite dalla sonda Galileo all’inizio del 2000 hanno rivelato che la struttura di Amaltea è più simile a un aggregato di detriti che a un corpo roccioso solido.
Durante il suo 59° passaggio vicino a Giove, il 7 marzo di quest’anno, la sonda Juno della NASA ha catturato immagini di Amaltea, mostrandola come un minuscolo puntino nero su sfondo delle grandi fasce nuvolose di Giove, e successivamente sopra la Grande Macchia Rossa. Quest’ultima, una vasta tempesta anticiclonica di 12.500 km di diametro, contrasta enormemente con le dimensioni di Amaltea, situata a circa 181.000 km al di sopra delle nubi di Giove. Amaltea, con la sua orbita rapida di soli 0,5 giorni terrestri, si trova molto vicina al pianeta, rendendo la sua osservazione una sfida notevole per gli astronomi.
I misteri di Amaltea
Le osservazioni ravvicinate effettuate dalle sonde Voyager e dalla sonda Galileo hanno mostrato che Amaltea non è solo un semplice satellite. La sua superficie è insolitamente rossa, il corpo più rosso dell’intero Sistema Solare, un dettaglio che rimane avvolto nel mistero. Una teoria suggerisce che questa colorazione possa derivare dallo zolfo espulso dai vulcani di Io, un altro dei satelliti di Giove. Inoltre, Amaltea emana più calore di quanto ne riceva dal Sole, un fenomeno che potrebbe essere spiegato dalla combinazione di calore radiato e riflesso da Giove, dalle tensioni mareali generate dalla sua forte gravità, o dall’interazione con la potente magnetosfera di Giove.
Quest’ultima, una delle strutture più imponenti del Sistema Solare dopo l’eliosfera, potrebbe indurre correnti elettriche nel nucleo di Amaltea, generando ulteriore calore. Nonostante spesso venga messa in ombra dai suoi più celebri vicini, Amaltea continua a catturare l’interesse degli scienziati e ad alimentare il dibattito scientifico, offrendo uno sguardo affascinante sulla complessità e sulla dinamica del sistema gioviano.