Il 9 luglio 2024, la NASA ha lanciato CURIE, la prima missione progettata per individuare la provenienza dei segnali radio emessi dal nostro Sole. Questi segnali, rilevati durante tempeste solari, brillamenti e espulsioni di massa coronale (CME), sono al centro dell’interesse degli scienziati. L’obiettivo principale di CURIE è triangolare la posizione esatta di questi segnali, permettendo una comprensione più dettagliata del meteo spaziale.
Il CubeSat Radio Interferometry Experiment (CURIE) utilizza due piccoli satelliti cubici per localizzare l’origine dei segnali radio. Comprendere meglio queste forme di meteo spaziale è cruciale, poiché le tempeste solari possono influenzare la tecnologia terrestre, compresi i nostri sistemi di comunicazione e le reti elettriche. Le onde radio solari devono essere osservate dallo spazio poiché la ionosfera terrestre le assorbe prima che raggiungano il suolo. La ionosfera, che si estende da 50 a 1000 km sopra la superficie terrestre, è piena di gas carichi.
Il funzionamento della missione CURIE
Una volta in orbita, CURIE si dividerà in due satelliti che si allontaneranno di circa tre chilometri l’uno dall’altro. Quando il Sole emetterà un’onda radio, i due satelliti cattureranno il segnale e lo triangoleranno per determinarne la provenienza. CURIE è stato lanciato a bordo del razzo Ariane 6, gestito dall’Agenzia Spaziale Europea, al suo primo volo.
La missione CURIE è sponsorizzata dal programma Heliophysics Flight Opportunities for Research and Technology (H-FORT) della NASA. Questo programma mira a facilitare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione e la comprensione del Sole e dei fenomeni ad esso associati. In futuro, la NASA prevede di lanciare la missione SunRISE, che monitorerà i segnali radio con sei satelliti.
Il lancio di CURIE rappresenta un passo importante nella ricerca spaziale, permettendo di migliorare le previsioni delle tempeste solari e riducendo l’impatto di tali eventi sulla Terra. La capacità di prevedere con precisione questi fenomeni può contribuire a prevenire interruzioni nelle comunicazioni e nei sistemi energetici, proteggendo così infrastrutture critiche e tecnologie vitali. Con il proseguimento delle missioni come SunRISE, la NASA intende ampliare ulteriormente la nostra comprensione del meteo spaziale e delle sue implicazioni per la vita sulla Terra e le operazioni spaziali.