Anche i microbi fanno musica, ed in particolare bebop. A fare l’incredibile scoperta è stato uno studio svolto presso l’Argonne National Laboratory che ha convertito i dati dei microbi trovati nelle profondità oceaniche in musica.
Sette miliardi di esseri umani possono sembrare tanti, ma non sono nulla se messi a confronto con la popolazione microbica che abita la Terra. I sedimenti marini da soli contengono circa 10 milioni di miliardi di microbi per ogni persona del pianeta, senza contare quelli presenti nel suolo, nelle nuvole e nell’intestino umano.
Questa immensa quantità di dati è davvero complessa da elaborare. Per semplificarla, il biologo Peter Larsen ha affrontato questo problema utilizzando i dati provenienti da studi sulla diversità microbica nelle acque del Canale della Manica. Ma piuttosto che sfornare nuovi grafici, Larsen e il suo team hanno avuto un’idea migliore: li hanno convertiti in musica.
“Fifty Degrees North, Four Degrees West,” è dunque un pezzo jazz da ascoltare per due motivi: non sono serviti né compositori né musicisti, ma è stato inconsapevolmente creato da batteri e microbi.
Di fronte alla valanga di dati microbici raccolti dai campioni prelevati dalla Manica occidentale, Larsen ha riconosciuto che aveva bisogno di un modo per dare un senso a tutto questo. “Pensare a modi interessanti per evidenziare le interazioni all’interno dei dati è parte del mio lavoro quotidiano“, ha detto. “Sto cercando di trovare sempre nuovi modi di visualizzare i rapporti in modo che qualcuno possa trarre pertinenti conclusioni biologiche.”
“Ci sono alcuni parametri come la luce del sole, la temperatura o la concentrazione di fosforo nelle acque che danno una sorta di struttura ai dati e determinano le popolazioni microbiche,” ha detto. “Questa struttura ci fornisce un modo intuitivo per utilizzare la musica per descrivere una vasta gamma di fenomeni naturali.”
Dopo aver valutato anche la possibilità di utilizzare la musica classica, la scelta è poi ricaduta sul jazz. “Siamo rimasti sbalorditi da quanto suonava musicale” continua l’esperto. “La grande maggioranza dei tentativi di convertire i dati lineari in suono non sono stati un successo perché in realtà non obbedivano ai dettami della musica, metro, ritmo e armonia”, ma quest’ultimo sì: “Trovare queste cose nei fenomeni naturali e descriverle è stata una meravigliosa sorpresa.”
Secondo Larsen, la musicalità dei dati non è limitata agli organismi nel canale della Manica. In un’altra serie di analisi, il ricercatore e i suoi colleghi hanno utilizzato una metodologia simile per studiare il rapporto tra una pianta e un fungo.
Clicca qui per ascoltare i brani bebop composti dai microbi.