I mattoni mesopotamici di 3.000 anni fa rivelano un’anomalia nel campo magnetico terrestre

Entra nel nuovo canale WhatsApp di NextMe.it
Mattoni mesopotamici
@Osama Shukir Muhammed Amin FRCP(Glasg)/Wikimedia Commons

Immaginate di trovare indizi su un mistero antico di oltre 3.000 anni, nascosti nei mattoni utilizzati dalle civiltà mesopotamiche. Questo è ciò che hanno scoperto i ricercatori: mattoni incisi con nomi di re, che celano segreti sul campo magnetico terrestre di un’epoca lontana. Queste tracce magnetiche, trovate dall’Iraq alla Cina, si rivelano essenziali per capire strane variazioni del campo magnetico terrestre.

Il campo magnetico terrestre mostra variazioni temporanee in termini di intensità e localizzazione, con aree di debolezza e forza inspiegabile. Questo campo è vitale per proteggerci dalle radiazioni spaziali e per assistere nella navigazione sia umana che animale. Comprendere queste anomalie è dunque essenziale. Tuttavia, la determinazione dell’inizio e della fine di tali anomalie e il loro andamento nel tempo rimane una sfida.

Custodi di informazioni geomagnetiche

Gli scienziati hanno da tempo riconosciuto che alcuni materiali possono conservare l’impronta del campo magnetico esistente al momento della loro formazione o durante grandi cambiamenti. Questo principio ha contribuito a importanti scoperte geologiche, come la tettonica a placche, grazie alla conservazione dei campi magnetici nelle colate laviche. Nel caso specifico della Mesopotamia, la datazione precisa è stata un fattore cruciale. Il professor Mark Altaweel dell’University College di Londra ha studiato l’intensità insolita del campo magnetico in Medio Oriente, circa 3.000 anni fa, nota come Anomalia geomagnetica levantina dell’età del ferro. Altaweel sottolinea le limitazioni dei metodi di datazione tradizionali, come il radiocarbonio, specialmente per oggetti come mattoni e ceramiche privi di materiali organici.

Altaweel e il suo team hanno esaminato 32 mattoni d’argilla mesopotamici, ciascuno inciso con il nome di uno dei 12 re, che presumibilmente regnava al momento della loro produzione. Questi mattoni contengono grani di ossido di ferro, che hanno registrato la direzione e l’intensità del campo magnetico presente durante la cottura. Grazie alla durata nota dei regni di questi re e ad altre informazioni storiche, le iscrizioni sui mattoni offrono una cronologia più accurata rispetto alla datazione al carbonio.

Il team ha analizzato il magnetismo dei grani prelevando frammenti da 2 grammi dai mattoni e utilizzando un magnetometro. I risultati hanno rivelato che il campo magnetico era quasi raddoppiato rispetto a quello esistente mille anni prima. Un esempio notevole è il regno di Nabucodonosor II, durante il quale si sono verificate le maggiori variazioni di intensità. I cinque mattoni datati al suo regno hanno mostrato fluttuazioni significative nel campo magnetico in soli 42 anni, confermando la teoria di rapidi cambiamenti geomagnetici.

Questo studio non solo aiuta a comprendere meglio il fenomeno geomagnetico ma fornisce anche dati preziosi agli storici. Confrontando i dati magnetici con altre fonti storiche, i ricercatori hanno supportato una delle cronologie proposte per l’ordine e la durata dei regni dei 12 re mesopotamici. Questa ricerca potrebbe anche gettare luce su altre anomalie geomagnetiche, come l’anomalia dell’Atlantico meridionale.