I terremoti visti dallo spazio. Lanciato pochi mesi fa nello spazio, il satellite Sentinel-1 A dell’Esa ha già svolto un oneroso compito: mappare i movimenti del suolo causati dal sisma di magnitudo 6.0 che ha scosso la zona vinicola di Napa Valley, in California, lo scorso 24 agosto.
La tecnica utilizzata – e i cui ideatori sono Yngvar Larsen, dell’Istituto di Ricerca della Norvegia, e Petar Marinkovic del PPO.labs, nei Paesi Bassi – è quella dalle “interferometria radar ad apertura sintetica“, ossia un metodo con cui due o più immagini radar satellitari della stessa area sono combinati tra loro per rilevare i cambiamenti di superficie su ampia scala. In pratica, anche dei piccoli cambiamenti sul terreno sono in grado di modificare il segnale radar riflesso e riportare nell’interferogramma frange di color arcobaleno.
Il Professor Andy Hooper, membro del Comet, ha dichiarato: “Questa dimostrazione riuscita di Sentinel-1A, segna l’inizio di una nuova era per la nostra capacità di mappare i terremoti dallo spazio. Gli scienziati della Comet stanno costruendo un sistema in grado di fornire questi risultati di routine per tutti i terremoti continentali, così come la mappatura della lenta deformazione della superficie del terreno che conduce ai terremoti“.
Così, col satellite gli studiosi sono in grado di confermare che una parte del sistema di faglie a Ovest di Napa è stata la principale responsabile del disastroso terremoto 6.0 in California e che l’entità della deformazione del suolo nell’interferogramma mostra che lo slittamento continua più a nord rispetto alla portata della rottura mappata in superficie.
Insomma, la denominazione della missione Esa “Sentinel-1 A” parla chiaro: essa è destinata a una vasta gamma di osservazioni ambientali non solo dei terremoti, ma anche della superficie del mare, dello spessore dei ghiacci, delle fuoriuscite di petrolio e delle frane. È anche l’unico satellite europeo ad essere stato specificamente progettato per rispondere rapidamente alle catastrofi naturali, proprio come terremoti e inondazioni, fornendo i dati a terra prima possibile.
Nel 2016 partirà anche Sentinel B1, che sarà posto in orbita a 180 gradi rispetto a Sentinel-1A per migliorare gli intervalli di osservazione di uno stesso punto sulla superficie della Terra. Una volta operativa, la coppia di satelliti mapperà l’intero pianeta.