L’Osservatorio della NASA registra l’intensa eruzione solare di questa settimana: il video

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Brillamenti del Sole
©NASA SDO

Nel corso di questo fine settimana, il Sole ha offerto uno spettacolo mozzafiato, lanciando nello spazio un’imponente eruzione di classe X seguita da un’altra esplosione di notevole intensità. Grazie alla vigilanza costante delle sonde spaziali gestite dalla NOAA e dalla NASA, abbiamo avuto la possibilità di osservare stupefacenti immagini di materiale incandescente proiettato nello spazio.

Le eruzioni solari, potenti rilasci di radiazioni dal Sole, catapultano energia e materiale incandescente attraverso l’universo. I brillamenti di maggiore intensità, come quelli di classe X, possono generare blackout nelle comunicazioni radio ad alta frequenza nelle zone polari e costituire una minaccia per le missioni spaziali e i satelliti in orbita terrestre. Fortunatamente, per la maggior parte delle persone, non c’è motivo di preoccupazione: le particelle energetiche emesse non penetrano sufficientemente nell’atmosfera terrestre da rappresentare un pericolo.

Le recenti osservazioni

Il Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA, venerdì scorso, ha immortalato un impressionante brillamento solare. Queste immagini, catturate il 16 febbraio 2024, rivelano il fenomeno come un fulgore luminoso sull’estrema destra di ciascuna foto, evidenziando il materiale surriscaldato attraverso tre filtri di luce ultravioletta estrema nei colori verde, oro e rosso. Una simile visione è stata offerta dal satellite GOES East della NOAA, che ha mostrato l’intero disco solare.

L’evento è stato classificato dallo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA come un brillamento X2,5, seguendo la scala che va dalle eruzioni meno intense, classe B, fino alle più potenti, classe X, con il numero che indica la loro magnitudine. In tale occasione, l’SWPC ha avvisato gli operatori di radio ad alta frequenza riguardo a possibili interruzioni temporanee dei segnali. Un ulteriore brillamento solare di grande intensità è stato rilevato sabato da GOES-16, attraverso il suo Solar Ultraviolet Imager (SUVI), dispositivo presente su tutti i satelliti GOES più recenti, capace di trasmettere immagini alla Terra in pochi minuti per gli analisti dello SWPC.

Il Cooperative Institute for Meteorological Satellite Studies della NOAA, presso l’Università del Wisconsin-Madison, ha diffuso una sequenza di immagini del brillamento avvenuto sul lato opposto del Sole, suggerendo che l’evento non avrebbe influenzato le frequenze radio terrestri né avuto altri impatti sul clima spaziale.

Le immagini satellitari del Sole sono catturate a lunghezze d’onda ultraviolette a causa dell’elevata temperatura solare. Ogni canale SUVI corrisponde a una lunghezza d’onda specifica, permettendo di analizzare il plasma solare a diverse temperature nella corona, l’atmosfera esterna del Sole. Le immagini a 304 Angstrom, ad esempio, mostrano il plasma a “soli” 50.000 gradi Kelvin, considerata una temperatura relativamente bassa per il Sole. La NASA ha riportato che, nel corso dell’ultima settimana, l’SDO ha registrato un brillamento di classe X, 13 di classe M e 28 espulsioni di massa coronale, testimoniando l’intensa attività solare.