L’immortalità è possibile: dobbiamo solo superare un’ostinata legge della Fisica

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Ryan Johnson è un imprenditore nel settore del software che investe circa 2 milioni di dollari all’anno per cercare di mantenere il suo corpo quarantacinquenne in uno stato simile a quello di un diciottenne. Gestisce una squadra di oltre trenta medici ed esperti di salute che monitorano ogni sua funzione corporea, consuma più di 110 vitamine al giorno e controlla scrupolosamente la purezza di tutto ciò che mangia. Johnson ha trasformato la ricerca dell’immortalità nel suo lavoro a tempo pieno, sviluppando un modello basato sulle sue scoperte per aiutare altre persone, con le necessarie risorse, a mantenere il proprio corpo giovane più a lungo attraverso un approccio complesso e costoso.

L’invecchiamento può essere spiegato da diverse teorie. Una di queste è quella evolutiva, che suggerisce che ogni generazione di esseri viventi, siano essi umani, animali o piante, deve invecchiare e morire per fare spazio alle nuove generazioni. Questo processo non sarebbe un difetto di progettazione, ma una caratteristica intrinseca.

Un’altra teoria, descritta dal biomedico e esperto di nanomeccanica Peter Hoffmann, è quella del “consumo” dei meccanismi molecolari. Questi meccanismi sono costantemente bombardati da migliaia di molecole d’acqua, un processo che Hoffmann definisce “movimento termico”. Questo caos termico potrebbe essere la ragione principale dell’invecchiamento, poiché rompe i legami molecolari essenziali per il rinnovamento cellulare.

È possibile rallentare l’invecchiamento generale?

Nonostante la capacità del corpo di ripararsi dopo danni molecolari, le complessità del sistema umano limitano questa capacità. Hoffmann sostiene che, teoricamente, sarebbe possibile riparare tutto il danno molecolare, ma nella pratica, a causa della complessità del sistema, ciò non è fattibile. Recenti studi hanno anche dimostrato che la trascrizione del DNA in proteine peggiora con l’età, influenzando la struttura e la funzione dei tessuti e contribuendo al processo di invecchiamento.

Anche se alcune ricerche suggeriscono che trasfusioni di sangue da corpi giovani potrebbero estendere la vita nei topi, questi risultati non sono necessariamente applicabili agli umani. L’invecchiamento è un processo complesso influenzato da numerosi fattori, e, sebbene il miglioramento delle condizioni igieniche, mediche e nutrizionali abbia raddoppiato la vita umana nell’ultimo secolo, superare il limite massimo di longevità impostato da Jeanne Calment, deceduta a 122 anni, appare improbabile.